martedì, 15 Ottobre, 2024
Esteri

Drone buca lo scudo israeliano: 4 soldati morti. Israele: “Unifil fa scudo a Hezbollah”

Raid di israele su villaggio cristiano a nord Libano, 18 morti. Nyt: “soldati Idf hanno usato civili palestinesi come scudo umano”

Hezbollah ha inferto a Israele il colpo più sanguinoso dopo il 7/10 2023: 4 soldati sono stati uccisi e 60 sono rimasti feriti, di cui 7 gravemente, quando un drone lanciato dal Libano ha colpito una base militare nell’area di Binyamina, nella zona di Haifa. Si tratta di quattro sergenti: Omri Tamari, Yosef Hieb, Yoav Agmon e Alon Amitay, tutti di 19 anni. Nella sua rivendicazione, Hezbollah ha affermato di aver colpito la base con ”uno sciame di droni” e di aver così dimostrato di essere in grado di colpire Israele.

Il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato che si sta indagando sull’attacco e che i droni non hanno fatto scattare alcuna sirena di allarme in Israele. “Indagheremo su come un drone possa violare lo spazio aereo senza preavviso e colpire una base”, ha detto. “Siamo tenuti a fornire una protezione migliore”, ha affermato, aggiungendo che ”investigheremo su questo incidente, impareremo da esso e miglioreremo”.

Incontro Netanyahu e capi sicurezza dopo l’attacco con il drone

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha tenuto ieri sera alle 20,30 (un’ora indietro in Italia) una consultazione eccezionale limitata dei ministri e dei capi dell’establishment della Difesa per discutere della risposta a Hezbollah per l’attacco alla base militare vicino Binyamina che ha provocato la morte di 4 soldati. La consultazione riguarderà anche la risposta all’Iran dopo il lancio di missili del primo ottobre.

Beirut, uccise 51 persone in 24 ore dai raid aerei israeliani

Il ministero della Salute libanese ha riportato che nella giornata di domenica 51 persone sono state uccise in tutto il paese dagli attacchi aerei israeliani. Altre 174 sono rimaste ferite. Ventidue delle persone uccise si trovavano nella regione del Monte Libano, nel nord del Paese, mentre 10 persone sono state uccise in attacchi israeliani nella regione meridionale di Nabatieh. Altre cinque persone sono state uccise e una ferita durante un raid nel villaggio di Maifadoun, a ovest del castello di Beaufort.

Raid israeliano su villaggio cristiano a nord Libano, 18 morti

La Croce Rossa libanese ha riferito che diciotto persone sono state uccise in un attacco israeliano contro un villaggio nel nord, Aitou. Il raid ha preso di mira un appartamento, secondo l’agenzia nazionale Ani. È la prima volta che il villaggio, situatoin una regione montuosa a maggioranza cristiana, viene preso di mira da quando Israele ha attaccato il Libano il 23 settembre.

Israele bombarda ospedale e scuola a Gaza: almeno 27 morti e decine di feriti

Poco dopo un bombardamento israeliano contro la scuola Mufti, che ospita anche gli sfollati nel campo profughi di Nuseirat (centro di Gaza), che ha provocato almeno 23 morti e decine di feriti, altre quattro persone sono morte e più di 40 sono rimaste ferite nel bombardamento dell’esercito israeliano su un accampamemto di sfollati nell’ospedale dei Martiri di al Aqsa, nel centro di Gaza. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, le bombe hanno colpito le tende degli sfollati all’interno dell’ospedale, situato nella città di Deir al Balah. È la settima volta che Israele bombarda lo stesso centro. Secondo il Ministero della Sanità, l’attacco ha provocato un incendio nelle tende e nell’ospedale. L’esercito israeliano (IDF) ha confermato, in una dichiarazione di aver lanciato un “attacco preciso contro i terroristi” che gestivano un centro di comando all’interno dell’ospedale “utilizzato dai terroristi di Hamas per pianificare ed eseguire attacchi terroristici contro l’IDF e lo Stato di Israele”.

Borrell: “Ue condanna attacchi a ospedale e scuola Gaza”

“Condanno i nuovi attacchi delle forze armate israeliane contro un ospedale e una scuola che fungevano da rifugi nel centro di Gaza. Decine di civili in cerca di sicurezza sono stati uccisi e feriti, in circostanze terribili. Gli ordini di evacuazione di massa, le violazioni del diritto internazionale umanitario e il disprezzo per le vittime civili non renderanno gli israeliani più sicuri”. Lo dice l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, via social.

Attacchi a palestinesi a Nablus durante raccolta olive

L’agenzia palestinese Wafa denuncia l’intensificarsi degli attacchi dei coloni israeliani, “sotto la protezione dei soldati dell’occupazione”, contro i contadini palestinesi nella zona di Qusra, a sud di Nablus, dove è in corso la raccolta delle olive. L’attivista per i diritti umani Fouad Hassan ha affermato che un gruppo di coloni israeliani ha attaccato i residenti mentre raccoglievano le olive, con “intensi spari di proiettili veri”. “Hanno anche attaccato diverse case di cittadini nella città”, ha aggiunto. Ieri mattina, i coloni avrebbero tagliato decine di ulivi appartenenti a un agricoltore palestinese. Questa mattina – prosegue la Wafa, soldati israeliani avrebbero costretto i contadini ad abbandonare le loro terre mentre raccoglievano le olive nella città di Beit Furik, a est di Nablus. Con l’inizio della stagione della raccolta delle olive nei villaggi e nelle città della zona di Nablus, la frequenza degli attacchi da parte dei coloni sarebbe consistentemente aumentata.

New York Times: “Idf ha usato palestinesi come scudi umani”

Una lunga inchiesta del New York Times, sulla base di interviste a 16 militari e ufficiali israeliani e 3 palestinesi, ha rivelato che i militari e gli agenti dell’intelligence israeliana hanno usato palestinesi catturati, anche minorenni, come scudi umani, costringendoli a cercare esplosivi di Hamas tra macerie, nei tunnel, generatori e serbatoi di acqua, per evitare di mettere a rischio vite di soldati israeliani. “I soldati mi hanno mandato come se fossi un cane in un appartamento minato”, ha detto al Times lo studente 17enne Mohammed Shubeir, detenuto senza accuse dagli israeliani per 10 giorni lo scorso marzo, a camminare ammanettato tra le macerie della sua città, Khan Younis, per cercare esplosivi di Hamas. Il giornale americano, che ammette di non conoscere quanto siano diffuse queste operazioni, illegali sia per la legge israeliana che internazionale, riporta che almeno 11 squadroni in cinque città a Gaza le hanno utilizzate. In un caso un’unità israeliana ha costretto un gruppo di sfollati a marciare di fronte a loro verso un covo di Hamas nel centro di Gaza City, secondo quanto denunciato da Jehad Siam, 31enne grafico palestinese che faceva parte di quel gruppo. “I soldati ci hanno detto di andare avanti così dall’altra parte non avrebbero sparato”, ha raccontato.

Il general maggiore Tamir Hayman, ex capo dell’intelligence militare che viene periodicamente informato sulla condotta della guerra, ha confermato in parte la pratica, ammettendo che alcuni detenuti sono stati costretti, ma che altri si sarebbero offerti volontariamente di fare da guida nei tunnel per ottenere trattamenti di favore. L’Idf si è limitata a ricordare, in una dichiarazione, che “le direttive e le linee guida proibiscono l’uso di civili detenuti a Gaza per operazioni militari” e che le testimonianze riportate dal Times saranno “revisionate dalle autorità competenti”.

Alcuni dei soldati che, rimasti sconvolti da questi episodi, hanno deciso di assumersi il rischio di parlare alla stampa, sono stati messi in contatto con il Times da Breaking the Silence, associazione indipendente che raccoglie le testimonianze dei militari israeliani. Due di questi soldati hanno raccontato di essersi opposti a questa pratica, e che in risposta alle loro obiezioni, gli ufficiali l’hanno giustificata sostenendo, senza prove, che i detenuti erano terroristi, invece che civili fermati senza nessuna accusa.

Unifil, situazione grave e peggiora ma Missione resta

“La situazione resta molto grave e peggiora di ora in ora. Le due ultime settimane hanno fatto registrare attacchi quotidiani contro la missione, attacchi che sono stati deliberati da parte dell’esercito israeliano. Subito dopo gli israeliani ci hanno detto di lasciare le aree e le posizioni vicino alla Linea Blu, ma la Missione ha deciso di restare, perche’ siamo qui su mandato dell’Onu che e’ un mandato del Consiglio di sicurezza. Si rimane perche’ e’ importante mantenere una presenza internazionale del sud del Paese”. Lo ha detto, a RaiNews24, il portavoce di Unifil Andrea Tenenti, aggiungendo: “Tra le regole d’ingaggio è prevista la risposta, ma cosa facciamo rispondiamo?”

Ministro Israele: “Guterrez smetta di fare il gioco dell’Iran, ritiri Unifil”

“Lo Stato di Israele non è interessato a danneggiare le forze Unifil. Tuttavia, queste forze non hanno contribuito in alcun modo al mantenimento della stabilità e della sicurezza nella regione, non hanno garantito l’applicazione delle risoluzioni ONU e fungono da scudo per Hezbollah, un’organizzazione terroristica e un’agenzia dell’Iran”. Lo scrive sui social il ministro israeliano dell’energia e delle infrastrutture, Eli Cohen. “Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres – aggiunge Cohen – è giunto il momento che lei risponda alla richiesta che le è stata rivolta, che ritiri l’Unifil dalle zone di conflitto e che smetta di fare il gioco dell’Iran”.

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