Presentato al Senato il Premio Ossigeno, un contest artistico patrocinato dal ministero dell’Ambiente, dal ministero degli Affari Esteri e dal Consiglio regionale del Lazio, dedicato a opere visive, audiovisive e arti digitali che abbiano come tema l’ambiente e l’ecosostenibilità. Senatore De Priamo: “La transizione ecologica si deve accompagnare a innovazione tecnologica”
Presentata al Senato l’edizione 2024 del Premio Ossigeno che metterà a disposizione di artisti “digitali” e audio-visivi una piattaforma per esporre le proprie opere oltre a eventi live in cui il pubblico potrà interagire con gli autori. Unico vincolo è che tutte le creazioni, edite o inedite, lungometraggi, documentari, cortometraggi, arti digitali, installazioni multimediali, nouvelle graphic, fotografia, pittura, scultura, opere musicali, video o produzioni social, vertano su tematiche come l’emergenza climatica, l’inquinamento ambientale, l’economia circolare, i rifiuti e la loro gestione, il riciclo e il riuso dei materiali di scarto. A fare gli onori di casa il senatore Andrea De Priamo, membro della VIII Commissione permanente “Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica”.
Senatore, quanto può fare l’arte per la salute dell’ambiente?
L’arte può fare moltissimo. Ritengo che questo premio sia un’idea validissima con una visione strategica alla sua base. Qualcuno, magari in buona fede, ma sbagliando gravemente, ha pensato di promuovere la sensibilità ambientale attraverso il vandalismo sulle opere d’arte. Invece qui si ribalta completamente questo paradigma, utilizzando l’arte come strumento di sensibilizzazione verso la sostenibilità ambientale. Questo è un esempio ottimo, perché l’arte arriva a tutti ed è trasversale. Metterla, quindi, al servizio di una causa importante – che non è di parte, ma riguarda tutte le future generazioni, comprese le attuali – ossia di una visione olistica, di attenzione alla natura a 360 gradi, è fondamentale.
Obiettivo comune è salvare il Pianeta e creare una coscienza ecologica, ma quanto è “sostenibile” dal sistema paese la transizione ecologica?
Il tema della transizione è un tema che va declinato con grande impegno, ma anche con grande attenzione. Non bisogna considerare la crescita come nemica della sensibilità ambientale e della sostenibilità. E’ chiaro che l’emergenza climatica è una realtà e che l’attenzione all’inquinamento e temi ambientali non è più un’opzione, è una scelta ineludibile. Ma questo si può e si deve sposare con la tecnologia, con una visione di crescita in senso sostenibile, questa è la strada, su questo non c’è davvero tempo da perdere.
Sì, ma i costi sono elevati. In questo senso cosa ne pensa del rapporto Draghi sulla competitività europea 2024? Incisivo o timido?
Trovo condivisibile il rapporto proprio dal punto di vista di cui parlavo prima, perché esce dal paradigma: sostenibilità ambientale uguale decrescita. Qualcuno l’ha definita “felice”, purtroppo, però, la decrescita non è mai felice, perché porta a una diminuzione della qualità della vita dei cittadini. È chiaro che i costi ci sono, ma va trasformata in una scommessa anche dei privati, delle imprese, dell’industria che si deve adeguare ma che può anche trarne opportunità importanti. Pensiamo ad esempio all’intelligenza artificiale, se declinata in modo positivo, con rispetto della dignità della persona umana. Rimanendo sul rapporto Draghi, lui delinea un modello PNRR da ripetere. Se lo si fa in chiave europea e, quindi, non in chiave di indebitamento di un singolo Stato, può essere anche questa una strada importante.