lunedì, 14 Ottobre, 2024
Ambiente

Smartphone e biodiversità: la produzione dei cellulari mette a rischio l’ecosistema globale

Gli smartphone, da oggetto indispensabile della vita quotidiana, si trovano oggi sul banco degli imputati per il loro impatto sulla biodiversità globale. Secondo l’ultimo report di Abn Amro e Impact Institute, la produzione di questi dispositivi tecnologici contribuisce ogni anno alla distruzione di 1,9 milioni di ettari di territorio, habitat essenziale per numerose specie animali e vegetali. A fronte di questa allarmante realtà, una delle soluzioni proposte è l’introduzione di una ‘tassa green’ di compensazione per ogni smartphone prodotto, pari a 7,10 euro, destinata a mitigare i danni ambientali generati dall’industria. La produzione e lo smaltimento degli smartphone comportano una perdita di 16,6 metri quadri di biodiversità incontaminata per dispositivo. Questa cifra si riflette nel consumo di risorse come acqua, energia, emissioni di CO2 e uso del suolo. Un impatto devastante, se consideriamo che la biodiversità globale è già diminuita del 70% negli ultimi 50 anni, secondo dati recenti. Il calo della biodiversità è particolarmente preoccupante poiché più della metà dell’economia globale dipende da un ecosistema sano. Un esempio chiave è il ruolo degli insetti impollinatori, cruciali per l’agricoltura.

Una tassa green

La ‘tassa green’ di 7,10 euro per ogni smartphone potrebbe servire a finanziare iniziative mirate a rendere la produzione di questi dispositivi più ecologica. Tra le misure possibili, l’adozione di energie rinnovabili, l’impiego di materiali riciclati e sostenibili e la promozione di una maggiore durata dei dispositivi, oltre i 2,5 anni di vita media attuale. Questi accorgimenti avrebbero un impatto diretto e positivo sull’ambiente, riducendo l’impronta ecologica dell’industria tecnologica. Inoltre, la nuova direttiva europea sulla sostenibilità aziendale (Corporate Sustainability Reporting Directive), che entrerà in vigore nel 2025, imporrà a tutte le grandi aziende di fornire un rapporto dettagliato sull’impatto delle loro attività sulla biodiversità, spingendo le imprese a rivedere le loro pratiche e a ridurre la pressione sugli ecosistemi.

Cellulari più ecologici

Per ridurre l’impatto ambientale degli smartphone, i produttori devono adottare strategie mirate. Lo studio di Abn Amro evidenzia la necessità di verificare l’origine dei materiali lungo la catena di approvvigionamento, migliorando la tracciabilità per identificare le opportunità di riduzione dell’impronta ambientale. L’uso di materiali riciclati e la promozione del design modulare, che facilita la riparabilità e la riciclabilità dei componenti, sono pratiche essenziali per ridurre l’impatto complessivo del prodotto. Un altro approccio chiave è il ‘design for circolarity’, che incoraggia la progettazione di dispositivi più longevi e facilmente riparabili, in modo da estendere il loro ciclo di vita e ridurre la necessità di produrre nuovi dispositivi. L’obiettivo è limitare lo sfruttamento delle materie prime critiche, come metalli rari e altri materiali che causano un alto impatto ambientale durante l’estrazione e la lavorazione.

Il ruolo dei retailer

Anche i rivenditori possono giocare un ruolo decisivo nella transizione verso smartphone più sostenibili. Analizzando l’impatto ambientale dei prodotti che vendono, i retailer possono scegliere di supportare politiche aziendali che tutelino la biodiversità, favorendo modelli circolari di vendita. Offrire ai consumatori la possibilità di acquistare smartphone ricondizionati o usati, e promuovere servizi di noleggio e riparazione, rappresentano strategie efficaci per ridurre la domanda di nuovi dispositivi e il conseguente impatto sulla biodiversità. Inoltre, incoraggiare la manutenzione dei dispositivi e promuovere l’acquisto di prodotti di alta qualità può allungare la vita degli smartphone, contribuendo ulteriormente alla riduzione dell’impatto ambientale.

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