È morta giovedì, all’età di 96 anni, per complicazioni post-ictus, Ethel Shakel Kennedy, moglie del senatore Robert F. Kennedy e cognata di JFK. Lascia nove figli, 34 nipoti e 24 pronipoti. Nata a Chicago l’11 aprile 1928, la sua vita fu segnata dalla tragedia prima che Sirhan Sirhan la rendesse vedova nel 1968, uccidendo il marito in corsa per la presidenza. I suoi genitori, il magnate del carbone George Skakel e Ann Brannack Skakel, morirono in un incidente aereo nel 1955. Come il resto della famiglia, partecipò alla campagna presidenziale di JFK e, dopo l’elezione nel 1960, suo marito fu nominato procuratore generale. Dopo l’assassinio di JFK, Robert F. Kennedy vinse un seggio al Senato degli Stati Uniti. Nel 1968, lanciò la sua campagna presidenziale con il sostegno della moglie. Sei mesi dopo l’uccisione di RFK, Ethel diede alla luce il loro undicesimo ed ultimo figlio, Rory. In quel periodo, fondò il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights e lavorò per le cause sostenute dal marito. Per questo impegno, nel 2014 Kennedy è stata insignita della medaglia presidenziale della libertà da Barack Obama. “Ethel Kennedy era una cara amica con una passione per la giustizia, uno spirito irrefrenabile e un grande senso dell’umorismo – ha scritto Obama su X – Ha toccato le vite di innumerevoli persone con la sua generosità e grazia, ed è stata un emblema di fede e speranza, anche di fronte a un dolore inimmaginabile”. Dopo l’assassinio del marito, la sua vita fu segnata da ulteriori tragedie. Nel 1997, suo figlio Michael morì in un incidente sugli sci. Nel 1984, suo figlio David morì per overdose di droga in una stanza d’albergo a Palm Beach, Florida. Si oppose alla libertà vigilata per Shiran Shiran, presunto assassino di RFK. Il governatore della California Gavin Newsom bloccò il rilascio di Sirhan nel 2022, respingendo, nel marzo 2023, una ulteriore richiesta di rilascio.