Dal 25 aprile al 3 maggio sarà celebrata la Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza contro la pedofilia organizzata dall’Associazione Meter Onlus di don Fortunato Di Noto.
La diffusione del contagio da coronavirus non ha fermato i pedofili e i pedo-pornografi di tutto il mondo.
Ecco perché era dunque necessario, sia pure ricorrendo alla comunicazione virtuale, continuare ad alzare la voce contro chi sfrutta e abusa i più piccoli sottoponendoli a violenze bestiali e redditizie. Già, perché le foto pedoporno e i video alimentano un mercato ben più che fiorente e che non conosce alcuna crisi. È per questo che Meter, in 24 anni da quando ha ideato la GBV e in 30 anni di impegno contro ogni forma di abuso, non può non ricordare quindi i milioni di bambini già abusati, che sono abusati e che non vorrebbe si abusassero.
“Quando diciamo milioni di bambini vittime della pedofilia e della pedopornografia diciamo esattamente quello che ogni giorno denunciamo alle Forze di polizia in Italia e nel mondo” – si legge in un comunicato che rincara la dose: “Denunciamo, cioè, l’assurda e indicibile condizione di piccoli abusati (da pochi giorni di vita fino a un massimo di 13 anni, età preferita dai pedofili) senza dimenticare la pornografia e la prostituzione minorile. Queste vittime sono in mano a soggetti perversi e in alcuni casi a organizzazioni criminali che prosperano a volte per la mancanza di azioni coordinate e repressive da parte delle autorità preposte in tutto il mondo. Come se non bastasse, il Deep Web (ossia la parte oscura della Rete) e spesso le piattaforme social (appellandosi alla tutela della privacy e la criptografia) hanno reso tutto molto più difficile l’individuazione e il contrato”.
Non si tratta di un fenomeno circoscritto, ma globalizzato e non c’è niente che possa intimorire e fermare i predatori dei bambini, soprattutto attraverso Internet. Impuniti perché mai individuati dove la responsabilità del Colossi del web, da anni denunciati da Meter, si appellano alla tutela della privacy dei loro clienti. Bisogna fare di più, le vittime sono tante, dicevamo milioni, e non possiamo più tollerare tali nefandezze.
E però tutto questo alimenta il silenzio. Non c’è anche una omogeneità delle leggi negli Stati del mondo, e non c’è nessuno Stato escluso.
La Giornata Bambini Vittime ha una storia più che ventennale: nata dal basso, dalle vittime e dal popolo, da una comunità ecclesiale e sociale che anno dopo anno si è fermata un momento per riflettere, per chi crede, pregare e attivarsi nella sensibilizzazione e nell’informazione. Per dirla chiaramente: più si parla più si formano le coscienze.
Ci spiace denunciare, ma non è e non vuole essere un’accusa, il silenzio dei media. Come se il problema non riguardasse l’umanità, la piccola umanità, ferita e in molti casi taciuta, ridotta al silenzio. Del resto come possono i neonati abusati parlare o denunciare? Eppure ci sono foto e video: parliamo di migliaia di neonati e quando diciamo migliaia sono sottostimati. Come dimenticare le piccole vittime annientate dopo uno stupro, uccise? Come non ricordare i sopravvissuti di questa immane tragedia umana con ripercussioni personali, familiari, sociali ed economiche?