giovedì, 26 Dicembre, 2024
Esteri

Israele: bombe su Gaza e su Beirut. Amnesty a un anno dal 7 ottobre: “Un fallimento per l’umanità”

intercettati razzi contro Tel Aviv. Netanyahu convoca vertice di sicurezza

L’Idf ha affermato ieri mattina di aver “sventato una minaccia immediata, in seguito ai primi preparativi e all’identificazione di un’intenzione da parte dell’organizzazione terroristica di Hamas di sparare contro Israele”. I jet israeliani hanno colpito lanciarazzi e tunnel intutta Gaza pochi istanti prima delle 6:30. Hamas è comunque riuscita poco dopo il bombardamento su Gaza a lanciare solo quattro razzi Maqadmeh M90su Tel Aviv, tre dei quali sono stati intercettati e il quarto è atterrato in un’area aperta.

Hamas rivendica l’attacco di razzi contro Tel Aviv

L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate Al-Qassam, frangiaarmata di Hamas. Secondo una dichiarazione su Telegram riportata da Al Jazeera, il gruppo ha affermato che l’attacco fa parte della “battaglia di logoramento in corso” e in risposta ai “massacri israeliani contro i civili e allo sfollamento deliberato del nostro popolo”.

Bombardato l’ospedale di Al Aqsa a Gaza: “Centro di comando di Hamas”

Le Forze armate israeliane comunicano inoltre che i suoi aerei da combattimento hanno bombardato un pericoloso “complesso di comando e controllo” di Hamas: l’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir el-Balah, nella striscia di Gaza. Non hanno fornito prove a sostegno di queste affermazioni. L’ONU ha criticato più volte tali attacchi sostenendo che, essendo le strutture mediche protette dal diritto internazionale, possono costituire crimini di guerra. L’esercito israeliano, scrive Al Jazeera, usa abitualmente questa accusa per giustificare attacchi a ospedali, scuole e altri edifici civili a Gaza.

Al-Aqsa è uno dei pochi ospedali ancora funzionanti rimasti a Gaza. Poche ore prima aveva ricevuto 53 pazienti feriti e 22 morti per gli attacchi aerei israeliani contro una moschea e una scuola a Deir Al Balah. ”La situazione in ospedale era terribile. Non c’erano abbastanza letti per tutti i pazienti e abbiamo dovuto curare le persone sul pavimento”, afferma Eliza Sabatini, infermiera di Medici Senza Frontiere.

Hezbollah rivendica attachi Haifa e Tiberiade, dieci feriti

L’Idf ha dichiarato di aver avviato un’indagine dopo che le difese aeree di Israele non sono riuscite a intercettare una raffica di cinque razzi lanciati ieri dalle milizie del partito sciita libanese Hezbollah contro la città di Haifa, nel nord di Israele. Secondo quanto comunicato dal Rambam Hospital, cinque persone sono rimaste ferite nell’impatto del razzo, tutte colpite da schegge ma non in pericolo di vita. Un’altra persona è stata portata in ospedale per ansia acuta. Altri razzi hanno colpito Tiberiade a 65 km di distanza. La polizia ha dichiarato che alcuni edifici e proprietà sono stati danneggiati e che sono stati segnalati diversi feriti lievi; alcune persone sono state trasportate in un ospedale vicino. L’attacco ad Haifa è stato il 18° contro posizioni israeliane avvenuto domenica, mentre quello a Tiberiade ha segnato il primo assalto odierno.

Otto pompieri morti in raid Israele nel sud del Libano

Almeno otto vigili del fuoco libanesi sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano contro le loro caserme in una città nel sud al confine con Israele, ha detto all’ Afp un funzionario locale. “Un attacco israeliano ha colpito nella notte la caserma Baraachit dove c’erano dieci vigili del fuoco. Finora sono stati estratti dalle macerie otto corpi”, ha detto Reda Achour, un funzionario locale. Dall’inizio degli scontri tra Israele e Hezbollah, un anno fa, sono stati uccisi più di 115 soccorritori e vigili del fuoco, secondo un rapporto dell’ Afp basato su dati ufficiali libanesi.

A un anno dal 7 ottobre, Amnesty International chiede il cessate il fuoco

“Il 7 ottobre è un giorno pieno di dolore per gli israeliani che hanno perso i loro cari, uccisi o rapiti, e per le migliaia di persone che continuano a essere sfollate anche dopo gli atroci attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi”, ha dichiarato ieri Agnès Callamard, segretaria generale dell’organizzazione non governativa Amnesty International. È trascorso un anno dagli orribili attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi nel sud d’Israele, in cui circa 1200 persone vennero uccise e 250 prese in ostaggio. Da quel giorno, ha avuto inizio il devastante assalto di Israele nella la Striscia di Gaza, che ha causato l’uccisione di oltre 41.500 civili e lo sfollamento forzato di un milione e 900.000 palestinesi, oltre che l’allargarsi progressivo del conflitto in medio oriente al Libano e alla Siria.

“Il 7 ottobre ci ricorda anche che è passato un anno dall’inizio degli orribili attacchi delle forze israeliane contro la Striscia di Gaza, che hanno ucciso decine di migliaia di persone, costretto allo sfollamento il 90 per cento della popolazione e dato luogo a una catastrofe umanitaria senza precedenti, ponendo la popolazione palestinese della Striscia di Gaza a rischio di genocidio, come affermato dalla Corte internazionale di giustizia”, ha aggiunto la Callamard.

Ancora 100 ostaggi trattenuti da Hamas

“I crimini commessi da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi, che il procuratore della Corte penale internazionale sta indagando come crimini contro l’umanità, sono stati orribili e privi di qualsiasi giustificazione. A un anno di distanza, circa 100 ostaggi sono ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Di alcuni è stata confermata la morte e coloro che sono ancora in vita rischiano la morte, la tortura e altre violazioni dei diritti umani. Le preoccupazioni per le loro vite sono aumentate da quando, ad agosto, le forze israeliane hanno recuperato i corpi di sei ostaggi, le cui autopsie hanno determinato che erano stati uccisi poco prima del ritrovamento. Gli ostaggi civili devono essere rimessi immediatamente in libertà e riuniti con le loro famiglie”, ha proseguito Callamard.

Un fallimento dell’umanità

”Nel frattempo, nella Striscia di Gaza intere famiglie sono state decimate e molte persone stanno ancora scavando tra le macerie delle loro case distrutte cercando i loro cari, bambini inclusi. Centinaia di famiglie sono ancora alla ricerca di informazioni sui loro cari detenuti in Israele senza accusa né processo, molti dei quali sottoposti a tortura”, ha sottolineato Callamard, aggiungendo che “mentre la guerra s’infiamma senza alcuna prospettiva di una sua fine, la necessità di un cessate il fuoco, del rispetto del diritto internazionale e del diritto di tutte le vittime alla verità, alla giustizia e alla riparazione è più urgente che mai. È vergognoso, e insieme un fallimento dell’umanità, che a un anno di distanza dal 7 ottobre non vi sia alcun cessate il fuoco né alcun ritorno in libertà degli ostaggi. Queste atrocità non avrebbero mai dovuto essere state commesse, eppure si consente loro di continuare”.

Finirla con l’impunità di chi si fa beffe del diritto internazionale

”Questo anniversario deve far riflettere sull’urgente bisogno che siano affrontate le cause di fondo del conflitto, siano interrotte le forniture di armi a tutte le parti coinvolte e sia posta fine alla duratura impunità che vede da decenni le forze israeliane, Hamas e altri gruppi armati palestinesi farsi beffe del diritto internazionale senza timore di subire conseguenze. Il mondo non dovrà mai dimenticare le vittime e l’angoscia delle famiglie colpite. L’umanità dovrà prevalere. Amnesty International chiede un immediato cessate il fuoco e il ritorno in libertà senza alcuna condizione degli ostaggi civili trattenuti da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi e la scarcerazione di tutti i palestinesi detenuti illegalmente da Israele”, ha concluso la Callamard.

Netanyahu convoca una riunione urgente

“Siamo obbligati a riportare indietro” gli ostaggi: lo dichiara il premier israeliano Benyamin Netanyahu nel primo anniversario della strage del 7 ottobre da parte di Hamas. Secondo quantoriferito da un funzionario israeliano al Times of Israel,Netanyahu ha convocato ieri una riunione sulla sicurezza dopo l’incontro del governo in occasione dell’anniversario degli attacchi del 7 ottobre. La riunione sembra essere urgente, poichèha portato a rinviare all’ultimo minuto un incontro programmato tra il ministro degli Affari strategici Ron Dermer e il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot.

Biden: “7 ottobre buio anche per i palestinesi”

“Credo che la storia ricorderà anche il 7 ottobre come un giorno buio per il popolo palestinese a causa del conflitto scatenato da Hamas quel giorno. Troppi civili hanno sofferto fin troppo durante quest’anno di conflitto e decine di migliaia sono stati uccisi, un bilancio umano reso molto peggiore dai terroristi che si nascondono e operano tra persone innocenti”. Lo afferma Joe Biden in un messaggio in occasione dell’anniversario del 7 ottobre, dopo aver ricordato la “brutalità” dell’attacco di Hamas contro Israele. “Non smetteremo di lavorare per raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza”.

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