Il totale delle perdite delle Forze Armate ucraine dall’inizio dell’incursione nel Kursk è di oltre 20.800 uomini, ha affermato il ministero della Difesa russo, secondo il quale “Le Forze armate ucraine hanno perso circa 200 soldati, sette pezzi di hardware militare, tra cui un sistema di artiglieria, tre mortai, due camion e una stazione di guerra elettronica sono stati distrutti nelle ultime 24 ore”.
Nel Donetsk abbattuto aereo russo
Le forze ucraine hanno dichiarato di aver abbattuto anche un aereo da guerra russo presso la città di Kostiantynivka, nella regione di Donetsk. Lo ha dichiarato il capo dell’amministrazione militare, Serhiy Horbunov. Le foto diffuse mostrano i resti carbonizzati di un aereo dopo che è atterrato su una casa che ha preso fuoco.
Raid russi uccidono 5 civili in Donetsk e Kharkiv
Nelle scorse ore Kiev ha riferito di cinque civili uccisi dai bombardamenti russi nel sud e nell’est del Paese, mentre le forze russe hanno affermato di aver fatto progressi nell’est dell’Ucraina. Una donna di 65 anni e un uomo di 86 anni sono stati uccisi nella città di Toretsk e nel villaggio di Velyka Novosilka, hanno riferito i procuratori della regione di Donetskdove è stato reso noto anche di otto feriti. Un morto durante la notte nella regione di Kharkiv, dove si registra anche un ferito. Lo rendono noto le rispettive amministrazioni regionali.
Abbattuti 56 droni iraniani lanciati da Russia
Come riferito dall’aeronautica ucraina attraverso il canale Telegram, nella notte tra sabato e domenica l’esercito russo ha lanciato un totale di 87 droni ‘Shahed’ sull’Ucraina, 56 dei quali sono stati distrutti, mentre di altri 25 si sono perse le tracce, “presumibilmente a causa delle misure di guerra elettronica” prese dai militari ucraini. I droni sono stati abbattuti nei cieli delle regioni di Odessa e Nikolaev (sud), Kiev (nord), Kharkiv (nord-est), Cherkasy e Kirovograd (centro), Dnipropetrovsk, Poltava, Zaporizhzhia (est), Sumi e Chernihiv (nord), Vinnitsa e Khmelnitsky (ovest) e Zhytomyr (nord-ovest). L’aeronautica ucraina ha anche registrato l’uso da parte della Russia di due missili balistici Iskander-M, un missile da crociera Iskander K e un altro modello Kh-59 in questo stesso attacco aereo.
Colpiti deposito carburante e aeroporto militare ucraini
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato inoltre che “Aviazione tattica, droni d’attacco, forze missilistiche e l’artiglieria dei gruppi di forze delle Forze armate russe hanno colpito un deposito di carburante vicino alla città di Odessa e all’infrastruttura dell’aeroporto di Starokonstantinov nella regione di Khmelnitsky”. Sono state colpite anche le strutture di controllo dei droni, le concentrazioni di truppe ucraine e l’hardware militare in 137 aree, ha aggiunto la stessa fonte.
Incendio in scuola militare Mosca, forse causato da attacco droni
“Un incendio è scoppiato a Kuzminky, probabilmente dopo un attacco di droni alla Scuola superiore di comando militare di Mosca. Nelle vicinanze si trovano un poligono di tiro e un distributore di benzina”. Lo riferisce il canale Telegram russo Sota. Residenti locali raccontano che “si sono sentiti esplosioni e suoni simili a spari, ma per poco tempo”. Il ministero della Difesa dell’Ucraina non ha commentato la notizia.
Zelensky: pace ma senza cedere sui territori
Dopo che ieri il Financial Times ha scritto che l’Ucraina e i suoi alleati occidentali stanno considerando un possibile compromesso per consentire a Kiev di entrare subito a far parte della NATO in cambio di una soluzione diplomatica, cioè cedendo di fatto, ma non de jure, i territori occupati dalla Russia, il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ribadito che la pace è possibile senza alcun cedimento di sovranità. Così Zelensky nel suo discorso serale: “Tutto ciò che è incluso nel Piano della Vittoria è assolutamente realistico per i nostri partner. Il mondo ha questa risorsa, che ci consente di andare avanti secondo la Formula di Pace. Questo è il nostro obiettivo: garantire all’Ucraina una pace e una sicurezza durature. Ciò è possibile solo nel rispetto del diritto internazionale e senza alcun commercio di sovranità o territori, esattamente come definito dalla Formula di Pace. L’Ucraina ha bisogno di una pace vera e giusta e di una protezione garantita dalla guerra. Ciò è possibile solo da una posizione forte con l’unità del nostro popolo e dei nostri partner. Questo è ciò per cui stiamo lavorando”. Riferendosi poi alla riunione della prossima settimana dell’Ukraine Defence Contact Group il 12 ottobre a Ramstein, il presidente ucraino ha concluso: “Sono grato a tutti coloro che ci stanno aiutando e che sono pronti a rendere la prossima settimana storica in molti modi”.
Nato chiederà più truppe e armi per fermare Russia
Secondo un documento segreto del ministero della Difesa tedesco citato da Die Welt, crescono le capacità militari necessarie per raggiungere l’obiettivo politico di essere in grado di difendere in qualsiasi momento tutto il territorio dell’Alleanza. “Abbiamo bisogno di un aumento delle capacità di circa il 30% per far fronte alla situazione di minaccia attuale e futura”. Secondo questo documento, La Nato chiederà quindiagli alleati un aumento significativo delle forze militari per contrastare la minaccia russa. Secondo quanto riporta Die Welt, l’Alleanza prevede di portare a 131 le brigate da combattimento, con un incremento di 49 unità, e da 293 a 1467 le unità antiaeree terrestri, inclusi sistemi Patriot, Iris T-Slm e Skyranger. Anche il numero di elicotteri dovrebbe salire da 90 a 104. I nuovi requisiti saranno sul tavolo dei ministri della Difesa della Nato il 17-18 ottobre a Bruxelles. Centrare gli obiettivi, si evidenzia nel documento, “probabilmente richiede molto più del 2% del Pil da investire per la difesa”.
Aumentare spesa militare al 3% del Pil
Per questo l’attuale 2% del Pil in spese militari per la Nato “è il minimo. Non basta”, secondo Christian Badia, vicecomandante supremo alleato per la trasformazione presso il comando Nato di Norfolk e il più alto generale tedesco dell’alleanza. Badia ha spiegato che sono necessari più fondi per dissuadere in modo affidabile la Russia dall’attaccare il proprio territorio in futuro: “È diverso per ogni Paese, ma per la maggior parte di essi ènecessario un contributo annuale più vicino al tre per cento”.