Un gruppo armato con fucili automatici ha attaccato Pont-Sonde, una cittadina nella regione di Artibonite, ad Haiti, uccidendo circa 70 persone e costringendone oltre 6.000 alla fuga. Il capo della gang Gran Grif, Luckson Elan, ha rivendicato il massacro come rappresaglia contro i civili. Circa 6.270 persone sono fuggite, molte delle quali accolte da famiglie a Saint-Marc o in campi di fortuna. La gang ha incendiato case e veicoli, segnando uno degli attacchi più letali degli ultimi anni. Il primo ministro Garry Conille ha condannato l’atto su X. Le forze di sicurezza stanno rafforzando l’area, e il direttore della polizia di Artibonite è stato sostituito. La violenza delle gang ad Haiti è in crescita, con gruppi armati che controllano gran parte di Port-au-Prince e si espandono nelle regioni vicine, provocando fame e migrazioni. Bertide Horace, portavoce della Commissione per il dialogo e la riconciliazione per salvare la valle di Artibonite, ha dichiarato che la gang non ha incontrato resistenza. Molte vittime sono state colpite alla testa mentre i membri della gang andavano di casa in casa. L’organizzazione per i diritti umani RNDDH ritiene che il bilancio delle vittime sia più alto. L’Artibonite è stata teatro di violenze fuori dalla capitale. La gang Gran Grif è stata accusata di rapimenti, stupri, omicidi e reclutamento di bambini. Secondo l’ONU, non ci sono stati progressi nei casi di uccisioni di massa dal 2021. Il capobanda Jimmy “Barbeque” Cherizier è stato accusato di aver pianificato l’uccisione di 71 civili nel 2018. Il Programma Alimentare Mondiale attribuisce alle gang la responsabilità dell’aumento dei prezzi dei cibi e della grave insicurezza alimentare. Il numero di sfollati interni ha superato quota 700.000. L’agenzia ONU per i rifugiati ha segnalato carenze di cibo e forniture mediche. Le gang sono armate con armi provenienti dagli Stati Uniti.