“Tutti possiamo sbagliare, ma nessuno è sbagliato. Nessuno è perduto per sempre. È giusto, allora, seguire tutti i percorsi della giustizia terrena e i percorsi umani, psicologici e penali; ma la pena dev’essere una medicina, deve portare alla guarigione”. Con queste parole il Papa si è rivolto ieri agli operatori della pastorale carceraria, incontrati assieme a tutti gli altri membri del clero nella Cattedrale di Koelkberg, in Belgio, dove il Santo Padre sta compiendo il suo 46esimo viaggio apostolico. Poi si è espresso sull’attuale crisi della fede e del mondo contemporaneo: “La crisi, ogni crisi, è un tempo che ci è offerto per scuoterci, per interrogarci e per cambiare”.
Si avvicina dunque alla fine il 46esimo viaggio apostolico di Francesco, che questa volta si è dedicato al Belgio e al Lussemburgo, luoghi essenziali per la vita economica e politica del Vecchio Continente. Dopo aver incontrato i regnanti e le principali autorità politiche di entrambi i Paesi, il Pontefice ha discusso nuovamente di alcune tematiche essenziali di fronte alla comunità ecclesiastica, incontrata nella Basilica del Sacro Cuore di Koelkberg.
Ritorno all’essenziale
Nel suo intervento di ieri mattina il Santo Padre ha parlato di come i cambiamenti della nostra epoca e la crisi della fede che sperimentiamo in Occidente “ci hanno spinto a ritornare all’essenziale, cioè al Vangelo. La crisi, ogni crisi, è un tempo che ci è offerto per scuoterci, per interrogarci e per cambiare. Si tratta di un’occasione preziosa – nel linguaggio biblico si dice kairòs – per essere svegliati dal torpore e ritrovare i sentieri dello Spirito, come è successo ad Abramo, a Mosè e ai profeti. Quando sperimentiamo la desolazione, infatti, sempre dobbiamo chiederci quale messaggio il Signore ci vuole comunicare. E cosa ci fa vedere la crisi?”. Ha poi concluso parlando del vivissimo problema delle carceri e dei suoi sistemi, affermando che “bisogna aiutare le persone a rialzarsi e a ritrovare la loro strada nella vita e nella società. Ricordiamoci: tutti possiamo sbagliare, ma nessuno è sbagliato, nessuno è perduto per sempre. Misericordia, sempre misericordia”.
L’incontro con gli studenti
Alle 16.30 invece, il Santo Padre si è recato all’Université Catholique de Louvain, un’università belga francofona che si trova a Ottignies-Louvain-la-Neuve, a circa 30 chilometri da Bruxelles, per incontrare il mondo degli studenti, futuro dell’umanità e generazione pienamente coinvolta nella crisi di cui Francesco ha parlato. In quest’occasione il Santo Padre ha parlato approfonditamente delle ingiustizie commesse in passato, e tutt’ora, a sfavore delle donne. Si tratta di un tema che “sta a cuore a me, e ancora prima ai miei predecessori”. Il Papa ha richiamato tutti al punto di partenza: “Chi è la donna? E chi è la Chiesa? La Chiesa è donna, non è IL Chiesa, è LA Chiesa”, ha detto a braccio. “La Chiesa è il popolo di Dio, non un’azienda multinazionale”, aggiunge. E la donna, “è figlia, sorella, madre”. È restato poi anche spazio per discutere dei mali contemporanei di cui la guerra ne è “espressione più brutale. Voi sapete che in un Paese che non nomino gli investimenti che danno più rendita sono la fabbrica delle armi”. Anche corruzione e moderne schiavitù sono mali, mali che talvolta “inquinano la stessa religione” rendendola “strumento di dominio”. “Ma questa è una bestemmia”, ha affermato il Papa.
Il programma di oggi
Ricordiamo qui di seguito il programma della giornata odierna. Dopo un incontro privato con il Presidente (uscente) del Consiglio europeo Charles Michel, Papa Francesco presiederà la messa nello Stadio ‘Re Baldovino’ di Bruxelles, nella quale sarà beatificata la serva di Dio Ana de Jesus. Poi la cerimonia di congedo presso la Base aerea di Melsbroek e la ripartenza per Roma. L’arrivo a Fiumicino è previsto alle 14.55.