giovedì, 21 Novembre, 2024
Agroalimentare

Al via la raccolta delle olive in Sicilia, ma è allarme speculazioni: qualità ottima, produzione in calo del 32%

Con un anticipo di 15-20 giorni rispetto alla norma, è partita in Sicilia la raccolta delle olive, segnata da una qualità del prodotto eccellente ma da una riduzione significativa della produzione a causa della siccità e del caldo record. A lanciare l’allarme sono Coldiretti, Unaprol e Ismea, che durante il G7 dell’Agricoltura a Siracusa hanno presentato le stime per la produzione italiana di olio d’oliva nel 2024, evidenziando un calo previsto del 32%. L’annata olivicola è stata segnata da un clima particolarmente sfavorevole, con la mancanza di piogge e temperature elevate che hanno colpito duramente le principali regioni produttrici, come Puglia e Sicilia. Quest’ultima è stata protagonista di un inizio di raccolta anticipato, a causa della maturazione accelerata delle olive, e ha portato il primo olio nuovo sulle tavole italiane già a fine settembre. Tuttavia, la gioia per la qualità del prodotto è offuscata dalle preoccupazioni per le speculazioni sul prezzo dell’olio, aggravate dalla drastica diminuzione delle quantità disponibili.

Il crollo della produzione al Sud

Secondo i dati presentati da Coldiretti, Unaprol e Ismea, la produzione di olio d’oliva in Italia dovrebbe raggiungere quest’anno circa 224 milioni di chili, posizionando il Paese al quinto posto tra i principali produttori mondiali. Particolarmente preoccupante è il dato della Puglia, regione che tradizionalmente rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, dove si prevede un raccolto quasi dimezzato rispetto allo scorso anno. La fioritura ridotta e lo stress idrico dovuto alla scarsità di piogge e alle temperature estive eccezionalmente alte hanno compromesso fortemente la resa pugliese. Situazione simile in Calabria e Sicilia, sebbene in queste regioni le perdite siano meno drammatiche. In Sicilia, la fioritura e l’allegagione sono state soddisfacenti, ma una parte della produzione è andata persa a causa della cascola dei frutticini avvenuta tra giugno e luglio. La siccità di agosto ha ulteriormente ridimensionato le aspettative, anche se i primi dati sulle rese in olio risultano incoraggianti.

Contrasto tra Nord e Sud

Mentre il Sud Italia soffre gli effetti devastanti del clima estremo, le regioni del Centro e del Nord segnano un balzo significativo nella produzione di olio d’oliva, con incrementi del 70% al Centro e addirittura del 75% al Nord rispetto al 2023, un anno già molto deficitario. Questa crescita non basta, tuttavia, a compensare il crollo registrato nelle principali regioni olivicole del Sud.

Il rischio delle speculazioni

L’elemento di maggior preoccupazione, oltre alla riduzione della produzione, è rappresentato dalle possibili speculazioni sui prezzi dell’olio d’oliva. Con un prodotto di qualità eccellente ma quantitativamente scarso, si teme un’impennata dei prezzi sul mercato, che potrebbe penalizzare sia i produttori sia i consumatori. “È fondamentale evitare che la scarsità diventi un pretesto per aumenti ingiustificati dei prezzi”, ha sottolineato David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, presente all’incontro di Siracusa.

Anche Maria Chiara Zaganelli, direttore generale di Ismea, ha espresso preoccupazione per gli effetti della crisi climatica sull’agricoltura italiana, invitando a una maggiore attenzione verso le politiche di sostegno ai produttori. L’impatto della siccità non si limita infatti all’olio d’oliva, ma coinvolge diverse filiere agricole del Paese, minacciando la tenuta economica delle aziende del settore.

Prospettive future

Di fronte a un quadro così critico, le organizzazioni agricole chiedono interventi urgenti per sostenere le aziende olivicole e tutelare la filiera. Il cambiamento climatico e le sue ripercussioni sull’agricoltura italiana impongono una riflessione a livello nazionale e internazionale, come evidenziato nel G7 dell’Agricoltura, dove è emersa la necessità di politiche innovative per affrontare la sfida della sostenibilità.

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