Un annuncio che suona come una estensione del conflitto. È la mobilitazione per un intervento militare sul suolo libanese. Il capo dell’esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano.
L’esercito israeliano ha inoltre annunciato che sta attivando le truppe di riserva nel nord del Paese in risposta alle crescenti tensioni con Hezbollah. L’annuncio indica che Israele sta pianificando un’azione ancora più dura contro il gruppo libanese. Secondo le indicazioni dell’esercito sono state richiamate: “due brigate di riserva per missioni operative nell’arena settentrionale”. “Questo permetterà di continuare a combattere contro l’organizzazione terroristica Hezbollah”.
L’escalation inarrestabile
Numerose e inascoltate le pressioni internazionali per fermare la guerra. Tra gli appelli quello del Ministro degli esteri, Tajani che ha sollecitato gli Italiani residenti in Libano a lasciare il Paese. “Agli italiani che lavorano in Libano abbiamo sempre consigliato di lasciare il Paese il prima possibile”, fa presente il vicepresidente del Consiglio, rispondendo a una domanda a margine dell’assemblea dei Parlamentari del Ppe. “Ci sono ancora voli da Beirut verso l’Occidente. Quindi consigliamo loro di lasciare il Paese in questo momento”, ha aggiunto il ministro specificando che non sarebbero più di 300gli italiani che si trovano in Libano per lavoro. Diversa la situazione per i circa 3mila italiani che hanno doppio passaporto e che non hanno interesse a lasciare il Paese”.
Prossime ore decisive
Il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, intervenendo ieri ha affermato che si stanno compiendo grandi sforzi per fermare l’escalation in Libano e ha aggiunto che le prossime 24 ore saranno “cruciali” per il successo o il fallimento degli sforzi in corso del governo libanese con gli organismi internazionali, compresi gli Stati Uniti.
Blinken: sforzi diplomatici
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken sostiene che, sebbene Israele abbia un “problema reale e legittimo” con Hezbollah, la questione deve essere risolta tramite la diplomazia piuttosto che con la guerra. “Israele ha un problema reale e legittimo”, ha detto Blinken alla NBC, “Dopo gli orribili eventi del 7 ottobre di Hamas nel sud di Israele, Hezbollah dal Libano si è unito e ha iniziato a lanciare razzi contro Israele. Le persone che vivevano nel nord di Israele hanno dovuto evacuare le loro case. I villaggi sono stati distrutti, le case sono state distrutte e 70.000 israeliani sono stati costretti ad abbandonare le loro case, e Israele ha iniziato a rispondere al fuoco”.
Morti, feriti e fuggitivi
A rendere ancora più drammatico lo scenario di guerra la conta giornaliera dei morti. Ieri sono stati 51 e oltre 220 feriti un bilancio non aggiornato, perché i raid israeliani sono stati incessanti.
Uno scenario di terrore che ha innescato la fuga di migliaia di famiglie libanesi e siriane che stanno fuggendo disperate dal Libano verso la Siria, L’Agenzia ONU per i Rifugiati, sta incrementando il proprio sostegno al numero crescente di sfollati. Sono centinaia i veicoli in coda al confine siriano. Molte persone arrivano anche a piedi, trasportando ciò che possono. Grandi folle, che includono donne, bambini piccoli e neonati, sono in fila dopo aver trascorso la notte all’aperto con temperature basse. Tra la folla anche persone ferite vittime dei recenti bombardamenti.
I militari in missione Onu
Preoccupazione inoltre per i militari in missione Onu in Libano (Unifil). Presenza militare impegnata a “cercare di allentare la tensione, ma la situazione è decisamente molto imprevedibile, molto difficile”, ha puntualizzato alla Bbc il portavoce di Unifil, Andrea Tenenti.”Siamo ancora dispiegati, pienamente dispiegati nel sud del Libano. Ma ora c’è reale bisogno di una soluzione politica e diplomatica”, ha aggiunto. Sono circa 10.000 i caschi blu impegnati in Libano, tra cui circa 1.200 militari italiani.