UniCredit ha annunciato, lunedì, di aver incrementato la sua partecipazione nella Commerzbank, la seconda banca tedesca, al 21%, divenendone il principale azionista. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito la mossa un “attacco ostile”, condannando i tentativi di acquisizione senza cooperazione. Questo episodio evidenzia la sensibilità dei governi nazionali riguardo al controllo dei settori finanziari, nonostante le pressioni per completare l’unione bancaria europea. La mossa di UniCredit sembrava compromettere ogni possibilità di acquisire il controllo di Commerzbank e fonderla con la sua sussidiaria HypoVereinsbank.
Azioni scese del 5,7%
Le azioni della banca tedesca, a Francoforte, sono scese del 5,7%. “Berlino non vuole vedere una grande banca tedesca in mani italiane”, ha dichiarato Lucas Guttenberg della Fondazione Bertelsmann. Friedrich Merz, leader dell’Unione cristiano-democratica, ha criticato la gestione della vendita da parte del governo federale. contato di poter evitare un’acquisizione straniera. Il governo ha venduto l’intera quota a UniCredit, che hanno accumulato un ulteriore 4,5% tramite il mercato aperto. I sindacati della Commerzbank temevano che la fusione potesse portare a tagli di posti di lavoro. Il consiglio di amministrazione della banca tedesca, presieduto da Jens Weidmann, si è preoccupato per la perdita dell’indipendenza della banca. Il governo ha indicato che non avrebbe venduto la quota rimanente del 12%. In una conferenza stampa, Merz ha definito il processo di vendita un disastro per il mercato bancario tedesco. UniCredit ha sostenuto che avrebbe reso Commerzbank più efficiente, garantendo la crescita e la competitività del settore bancario tedesco, lasciando aperta la possibilità di permettere alla banca tedesca di autogestirsi, affermando che il valore sostanziale necessita di azioni per concretizzarsi.