Reazione mista dei mercati azionari asiatici, giovedì 19 settembre, in seguito alla decisione della Federal Reserve statunitense di ridurre il tasso di riferimento di 50 punti base, portandolo tra il 4,75% e il 5%. In Giappone, il Nikkei è aumentato di oltre il 2%, trainato dai titoli orientati all’export grazie all’indebolimento dello yen rispetto al dollaro USA. Fast Retailing ha registrato il maggiore rialzo, mentre SoftBank Group è cresciuto dell’1,4%. Tutti i 33 sottoindici della Borsa di Tokyo hanno registrato guadagni, con l’indice delle case automobilistiche in testa con un incremento del 3,9%. Toyota Motor è salita del 4,9%. In contrasto, l’indice MSCI delle azioni Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è sceso dello 0,4%, a causa di un crollo nei mercati sudcoreani. L’indice Kospi in Corea del Sud è sceso dello 0,92%. In particolare, le azioni SK Hynix sono diminuite del 9,6% e Samsung del 2,6%. Anche le azioni cinesi hanno registrato un calo. Gli indici CSI300 e Shanghai Composite sono scesi dello 0,5%, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong è rimasto invariato. Nonostante il taglio dei tassi della Fed offra margine per un ulteriore allentamento da parte di Pechino, il sentiment degli investitori verso le azioni cinesi è rimasto moderato. Yan Wang, capo stratega per i mercati emergenti e la Cina presso Alpine Macro, ha osservato che i tagli dei tassi della Fed sono generalmente positivi per gli asset dei mercati emergenti, ma le politiche macroeconomiche interne della Cina e le prospettive di crescita sono più cruciali. A Hong Kong, il settore immobiliare ha registrato una performance superiore, con i titoli immobiliari della Cina continentale in aumento del 2,3%. La politica monetaria di Hong Kong è strettamente allineata con quella degli Stati Uniti a causa dell’ancoraggio della valuta della città al dollaro, mantenendo un intervallo ristretto di 7,75-7,85 per dollaro.