giovedì, 19 Settembre, 2024
Società

Meloni apre a Confindustria: “Vediamoci subito, c’è tanto lavoro da fare in vista della manovra”

Il Premier all’assemblea degli industriali: “L’Italia cresce più degli altri Paesi europei”. Orsini contro il Green Deal

L’Italia ha il potenziale per eccellere, ma per farlo è necessario un cambio di mentalità collettivo, che valorizzi i successi e non si soffermi solo sulle difficoltà. È il pensiero del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri ha espresso ottimismo nel futuro dell’economia del Paese, intervenendo all’assemblea di Confindustria: “Sono fiduciosa che si possa fare di meglio rispetto alle previsioni. Continuo a credere che il +1% sia alla portata di mano”. Il Premier ha ribadito che l’Italia può “ancora stupire” e lasciare il mondo “a bocca aperta”, rilevando come il Paese abbia trascorso troppi anni cercando di rincorrere altre nazioni: “È arrivato il momento di farci rincorrere noi”. Il Primo Ministro ha invitato tutti a rimboccarsi le maniche e a credere maggiormente nelle proprie capacità: “Possiamo riuscirci se lavoriamo insieme, se crediamo un po’ di più in noi stessi”, spiegando l’importanza di valorizzare i tanti aspetti positivi del Paese, spesso oscurati dai problemi.

Meloni ha parlato con orgoglio di un’Italia stimata e amata all’estero, ribadendo che è pronta a fare tutto il necessario per aprire nuove porte e opportunità per il Paese: “Se non ci crediamo noi, non possiamo convincere gli altri”. Nel suo discorso, il Presidente del Consiglio ha sottolineato la necessità di un impegno congiunto tra governo, imprese e cittadini per affrontare le sfide economiche e sociali “camminando mano nella mano”.

Priorità economiche

Nel corso del suo intervento il Premier ha poi ha manifestato pieno apprezzamento per la relazione del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e ha delineato le priorità economiche del governo, con particolare attenzione alla prossima legge di bilancio: “Condivido molti degli spunti e delle proposte che contiene, così come l’analisi sui rischi che l’economia italiana ed europea affrontano se non si invertono in modo deciso le tendenze attuali”, le sue parole riferendosi a quanto dichiarato in precedenza proprio dl numero uno degli industriali. Poi Meloni ha anche ribadito la sua disponibilità a un dialogo costante con il mondo produttivo: “Le porte di questo governo saranno sempre aperte a chi vuole offrire proposte e soluzioni concrete ai problemi che abbiamo”, invitando Confindustria a un confronto immediato: “Propongo di vederci da subito, c’è tanto lavoro da fare sulla Legge di bilancio e quant’altro, cerchiamo di organizzarci il prima possibile”.

Legge di bilancio

Gran parte del discorso di Meloni è stata dedicata alla prossima appunto alla Legge di bilancio: “C’è un tema di responsabilità nella gestione delle risorse”, ha detto, ricordando la necessità di fare i conti con il nuovo Patto di Stabilità europeo e ribadendo l’importanza di un confronto concreto e pragmatico, affermando che l’esecutivo continuerà a seguire un approccio basato sul “buon senso e sulla serietà” nella gestione delle risorse limitate. Le priorità della manovra, ha quindi aggiunto, saranno indirizzate principalmente a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e a incentivare le imprese che assumono, mostrando particolare attenzione al mondo del lavoro: “Concentreremo le non molte risorse a disposizione su questi obiettivi”.

A proposito della manovra finanziaria, Meloni ha detto che non ci saranno più incentivi indiscriminati e sostegni senza criteri di merito: “Non ci saranno i bonus per ristrutturare seconda e terza casa, non ci sarà il reddito di cittadinanza per chi può lavorare”, segnando la fine di una stagione di politiche che, secondo il Premier, erano orientate al consenso facile e non alla crescita sostenibile del Paese.

Valore sociale

Un ampio spazio dell’intervento di Meloni è stato dedicato alle industrie italiane, che ha definito come un tessuto produttivo fondato non solo sul profitto, ma anche sulla capacità di generare valore sociale: “Le imprese sono attente ai bisogni delle famiglie, dei lavoratori e allo sviluppo del Paese a 360 gradi”, ha detto, esprimendo gratitudine verso il settore industriale e verso Confindustria per il contributo dato alla costruzione di valori sociali. Ha poi ribadito l’impegno del governo nel sostenere gli investimenti e rendere l’Italia un Paese più attrattivo per gli imprenditori: “Abbiamo dato un chiaro messaggio: lo Stato non avrebbe disturbato chi voleva fare, ma avrebbe camminato accanto”. Ha anche sottolineato come il governo non abbia avuto paura di dire dei “no” quando necessario, per evitare sprechi di risorse pubbliche.

Orsini a favore del nucleare

Nel corso dell’assemblea di Confindustria, il Presidente Emanuele Orsini ha lanciato un chiaro avvertimento riguardo le conseguenze delle transizioni energetica, ambientale e digitale per l’industria italiana ed europea: “Non dobbiamo dimenticare che oggi le transizioni pongono fondamentali quesiti: industriali, politici ed etici che non possiamo più ignorare”, ribadendo la necessità di affrontare con serietà e urgenza le sfide poste da questi cambiamenti. Orsini ha espresso preoccupazione riguardo al Green Deal europeo, sottolineando come questo programma “è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria”. Secondo il Presidente di Confindustria, la decarbonizzazione, se perseguita senza le giuste misure di accompagnamento, potrebbe portare a una pericolosa “deindustrializzazione”, una sconfitta che nessuno dovrebbe volere. Forte invece il suo appello per il ritorno dell’Italia al nucleare, definendolo una questione strategica per la sicurezza nazionale, spiegando come l’attuale dipendenza del Paese dalle centrali nucleari francesi, con costi energetici in costante crescita, non sia più sostenibile: “Perché continuare a rifornirci a prezzi crescenti dalle vecchie centrali nucleari francesi? È il momento di sostenere il nucleare di ultima generazione”.

Altro tema trattato da Orsini, la necessità di un intervento strutturale sul cuneo fiscale (“va reso permanente”). Secondo il Presidente, infatti il taglio temporaneo delle imposte sul lavoro non basta. La ragione è chiara: “Le retribuzioni in Italia sono al di sotto della media europea, ma il costo del lavoro resta più elevato”.

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