mercoledì, 18 Settembre, 2024
Esteri

Missile ipersonico lanciato dagli Houthi su Israele. Netanyahu: “Pagheranno”

Tre ostaggi uccisi per errore dalle Forze di Difesa di Tel Aviv

Un missile ipersonico lanciato dagli Houthi dello Yemen e intercettato da Israele è caduto nel territorio dello Stato ebraico. “Pagheranno un caro prezzo”, ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Nel centro di Israele è scattato l’allarme per il lancio di un missile balistico dallo Yemen e centinaia di migliaia di persone si sono dovute riparare nei rifugi. Sirene di allarme hanno risuonato all’aeroporto internazionale Ben Gurion. Secondo fonti israeliane il missile è stato intercettato in aria da Iron Dome, il sistema di difesa, e alcuni frammenti hanno colpito la stazione ferroviaria di Modin, a 25 chilometri da Tel Aviv. Il leader del gruppo yemenita, Abdel-Malek al-Houthi, ha annunciato che ci saranno altri attacchi “più massicci” nel periodo che precede il 7 ottobre; data in cui, lo scorso anno, i terroristi palestinesi hanno attaccato gli israeliani. Hamas ha accolto con favore il lancio del missile e ha affermato che lo Stato ebraico non sarà al sicuro finché non fermerà la sua “brutale aggressione” nella Striscia di Gaza. Ieri è stato anche confermato che il primo ministro Benjamin Netanyahu compirà un viaggio di cinque giorni negli Stati Uniti alla fine del mese per pronunciare un discorso alle Nazioni Unite. Il premier parlerà all’Assemblea generale venerdì 27 settembre.

Netanyahu: campagna militare in Libano

Nel frattempo il fronte nord è sempre più incandescente e accadono episodi non chiari, come la distribuzione di volantini che chiedevano l’evacuazione, ma non approvati dall’esercito. In alcuni villaggi libanesi al confine sono stati distribuiti dei volantini che invitavano i civili a evacuare la zona vicino a Ghajar. Ma fonti militari israeliane hanno precisato che i volantini sono stati distribuiti da un comandante di brigata senza l’approvazione degli ufficiali superiori. Smentito quindi qualsiasi ordine di evacuazione per i civili nel Libano meridionale. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, comunque, in una discussione strategica con i responsabili della sicurezza, ha detto che l’obiettivo di Gerusalemme è di avviare un fronte di guerra con il Libano il prima possibile: “La situazione nel nord non può continuare. L’Idf deve prepararsi per un’ampia campagna in Libano“, ha detto il premier. Sulle tensioni con il Libano è arrivato in Medio Oriente anche l’inviato americano, Amos Hochstein, che avrebbe l’incarico di evitare l’escalation almeno fino alle elezioni statunitensi del 5 novembre prossimo. Ieri mattina, però, altri 40 razzi sono stati lanciati dal Libano verso la Galilea e le alture del Golan.

Ostaggi uccisi

Ieri l’esercito israeliano ha confermato che tre cadaveri di ostaggi recuperati dieci mesi fa da Gaza, erano stati uccisi dall’esercito stesso durante un attacco che aveva preso di mira il comandante della brigata Gaza settentrionale di Hamas, Ahmed Ghandour, che si nascondeva in un tunnel a Jabaliya. Il 10 novembre 2024, un raid dell’Idf ha colpito nei pressi del luogo in cui sono stati successivamente trovati i corpi del sergente Ron Sherman, del caporale Nik Beizer e del civile Elia Toledano, rapito al Nova festival. “I risultati dell’indagine suggeriscono che i tre, con alta probabilità, sono stati uccisi per effetto di un attacco aereo durante l’assassinio” di Ghandour, afferma l’Idf. “Si tratta di una stima altamente probabile, dati tutti i dati a disposizione, ma non è possibile stabilire con certezza le circostanze della loro morte”, afferma l’esercito. Sul caso sono state svolte indagni dall’intelligence e dall’Istituto di medicina forense Abu Kabir di Tel Aviv.

Manifestazioni e arresti

E sul destino degli ostaggi in Israele continuano le manifestazioni contro il Governo. La polizia ha arrestato 15 persone, a Tel Aviv. I fermati avrebbero continuato a rimanere per le strade della città anche dopo che la protesta era stata dichiarata conclusa, violando l’ordine pubblico e cercando di bloccare il traffico accendendo falò sulle carreggiate. Si sarebbero registrati anche scontri con le forze dell’ordine. Migliaia di israeliani sono scesi nuovamente in piazza in tutto il paese chiedendo al governo di garantire immediatamente il rilascio degli ostaggi.

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