Per combattere il melanoma, il più aggressivo dei tumori cutanei, è fondamentale “fare squadra”. È proprio grazie all’occhio attento di un familiare o di un amico che identificare il “brutto anatroccolo”, quel neo sospetto che può trasformarsi in un melanoma, diventa più semplice. Questo è il messaggio centrale della sesta edizione di ‘We in Action’, evento multidisciplinare dedicato alla prevenzione e alle nuove frontiere nella lotta contro i tumori cutanei, che ha preso il via ieri a Napoli. L’iniziativa è stata ideata da Paolo Ascierto, Presidente della Fondazione Melanoma e Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli. L’evento, realizzato grazie al contributo di Pierre Fabre Innovative Oncology e Regeneron, vanta la partecipazione di due importanti testimonial: Fabio Caressa, noto giornalista sportivo, e Giuseppe Bergomi, leggenda del calcio italiano e campione del mondo nel 1982.
“Anni di esperienza mi hanno insegnato che il ‘gioco di squadra’ funziona”, afferma Ascierto. Due diagnosi di melanoma su cinque, infatti, derivano dalla segnalazione di un familiare o un amico, che ha notato una lesione sospetta poi rivelatasi melanoma. Inoltre, molte persone sono ricordate da persone care di applicare la crema protettiva solare, essenziale per prevenire danni alla pelle.
Collaborazione importante
Ma il concetto di squadra non si ferma alla prevenzione: è la collaborazione tra scienziati e medici di diverse specializzazioni che ha trasformato il melanoma, da una malattia letale, a un tumore curabile. I progressi nella diagnosi e nei trattamenti, specialmente in campo immunoterapico, hanno portato l’aspettativa di vita dei pazienti con melanoma in stadio iniziale al 95% a dieci anni dalla diagnosi. Il melanoma è diventato il terzo tumore più comune prima dei 50 anni. In Italia, si stima che 1 uomo su 55 e 1 donna su 73 ne vengano colpiti. Nel 2023 sono state diagnosticate circa 12.700 nuovi casi di melanoma, con una sopravvivenza a cinque anni pari all’88% tra gli uomini e al 91% tra le donne. Nonostante questi dati incoraggianti, prevenzione e diagnosi precoce restano fondamentali. “Prevenzione e diagnosi precoce sono raggiungibili solo se ognuno di noi guarda l’altro come parte della stessa squadra”, ribadisce Ascierto.
Messaggio chiaro
Caressa e Bergomi, esempi di successo nel mondo dello sport, sottolineano quanto sia importante il lavoro di squadra, sia nello sport che nella vita. “Se c’è una cosa che ho imparato dopo anni di telecronache sportive è che, per eccellere, bisogna fare gioco di squadra”, afferma Caressa. “Nel calcio, come nella vita, il gioco di squadra è essenziale: non si vince se non si lavora insieme”, aggiunge Bergomi. Il messaggio è chiaro: solo unendo le forze, con una stretta collaborazione tra medici, scienziati, pazienti e il supporto di amici e familiari, è possibile affrontare e vincere la battaglia contro il melanoma. Con i progressi nella ricerca e il potenziamento delle terapie, il melanoma può essere sconfitto: “Lavoriamo insieme per mettere ko questo tumore”, conclude Ascierto”.