Il gigante automobilistico tedesco Volkswagen si appresta a un confronto con i sindacati dopo aver annunciato la possibile chiusura delle fabbriche in Germania, un evento che non si verifica da quasi 90 anni. La dirigenza presenterà i piani a 18.000 lavoratori a Wolfsburg, con rumors sulla chiusura degli stabilimenti di Osnabrück e Dresda. Volkswagen ha avvertito che potrebbe chiudere stabilimenti, ponendo fine al programma di sicurezza del lavoro del 1994 per consentire “adeguamenti strutturali urgenti per la competitività”. Il CEO Oliver Blume ha dichiarato che l’azienda deve “agire con decisione” per garantirsi un futuro solido. “L’industria automobilistica europea affronta sfide significative”, ha aggiunto Blume, riferendosi al difficile contesto economico e ai nuovi concorrenti. Tutte le misure saranno discusse con il General Works Council e il sindacato IG Metall, entrambi fortemente critici. Daniela Cavallo, del Volkswagen’s General Works Council, ha dichiarato che combatteranno duramente contro le chiusure, mentre un portavoce dell’IG Metall ha definito il piano una minaccia enorme per posti di lavoro e stabilimenti. Le azioni Volkswagen sono scese dello 0,8% a Londra, riducendo i guadagni precedenti e segnando una flessione del 33% negli ultimi cinque anni. La casa automobilistica affronta un contesto economico difficile mentre si adatta alle auto elettriche. “La situazione è estremamente tesa e non può essere risolta con semplici misure di riduzione dei costi”, ha affermato Thomas Schäfer, CEO del marchio VW, aggiungendo che vogliono avviare discussioni con i rappresentanti dei dipendenti per una ristrutturazione sostenibile. Le chiusure arrivano in un momento politicamente teso per l’economia tedesca. Un portavoce del governo tedesco ha affermato che l’industria automobilistica è un pilastro centrale per la crescita e la prosperità in Germania e che la trasformazione verso l’elettromobilità richiederà adattamenti per una maggiore competitività.