domenica, 15 Settembre, 2024
Attualità

L’Italia è il terzo Paese in Europa per l’utilizzo dell’IA

Secondo uno studio il 24% dei lavoratori già al lavoro con l’Intelligenza Artificiale, il 46% prevede un boom nei prossimi tre anni

L’Intelligenza Artificiale sta rapidamente diventando una componente essenziale del business moderno, rivoluzionando il modo in cui le imprese operano e si relazionano con i mercati globali. Uno studio, che fa parte della prima edizione dell’’EY Italy AI Barometer’ realizzato da EY, offre uno sguardo approfondito su come l’AI stia trasformando il panorama imprenditoriale italiano. L’analisi, che ha coinvolto oltre 4.700 manager di nove Paesi europei, tra cui 528 professionisti di imprese italiane, rivela un quadro ottimistico e dinamico sull’adozione di queste tecnologie avanzate nel nostro Paese. Secondo i risultati, quasi tre quarti degli italiani intervistati (76%) hanno avuto esperienze dirette con l’Intelligenza Artificiale, dimostrando una familiarità crescente con queste tecnologie. La maggior parte dei rispondenti utilizza l’AI nella vita privata (43%) o nel contesto lavorativo (12%), mentre il 20% la impiega in entrambi gli ambiti. Questo dato riflette una crescente integrazione dell’AI nella vita quotidiana e professionale, supportata da un ottimismo diffuso verso il suo potenziale.

L’Italia si distingue in Europa per la sua rapida adozione dell’AI in ambito lavorativo, con il 24% dei rispondenti che afferma che l’intelligenza artificiale sta già influenzando il loro lavoro, superando la media europea del 19%. Inoltre, il 46% degli intervistati prevede un aumento significativo dell’impatto delle applicazioni AI nei prossimi tre anni. Una tendenza che è particolarmente forte nei settori energetico, dei servizi finanziari, e dei media e telecomunicazioni, dove l’AI viene vista come un fattore chiave per la crescita e l’innovazione.

Le sfide non mancano

Le sfide, comunque, non mancano. Il 24% dei rispondenti ritiene che l’AI potrebbe sostituire parti delle mansioni su larga scala, e il 76% prevede una riduzione del numero di dipendenti man mano che queste tecnologie si consolidano. Questo scenario sottolinea l’importanza della formazione e della riqualificazione professionale, un aspetto su cui molte aziende italiane devono ancora migliorare. Infatti, il 37% degli intervistati sostiene che la propria azienda dovrebbe investire di più nella formazione sull’AI, mentre solo il 16% si dichiara soddisfatto della formazione ricevuta sul posto di lavoro. La maggior parte dei professionisti, il 55%, si dedica all’autoformazione per colmare queste lacune, con una predilezione per la formazione dal vivo, workshop e corsi online. Questo indica una forte autodeterminazione tra i lavoratori italiani nel voler acquisire competenze avanzate, ma al contempo una necessità di supporto più strutturato da parte delle imprese.

Benefici tangibili

Nonostante queste sfide, i benefici dell’intelligenza artificiale sono già tangibili. Il 58% dei manager italiani afferma che l’uso dell’AI ha consentito di ridurre i costi, aumentare i profitti, o entrambi. L’adozione dell’AI, in Italia, sta avendo un impatto particolarmente positivo su chi ricopre ruoli manageriali, con il 69% di questi professionisti che riconosce l’efficacia di queste tecnologie rispetto al 49% di chi occupa ruoli non manageriali. Attualmente, le aziende italiane implementano l’AI soprattutto in funzioni chiave come il marketing, la cybersecurity, la protezione dei dati e l’assistenza ai dipendenti. Questi settori evidenziano come l’AI non solo incrementi l’efficienza operativa, ma giochi un ruolo cruciale nel migliorare la sicurezza e la competitività delle imprese.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Sud, De Luca: “80% delle inefficienze rimandano a problemi dell’Italia”

Redazione

Andrea Torracca: “Accordo per riqualificare il patrimonio edilizio del Senegal. Partnership da 50 mln per sostenere le nostre imprese. A Dakar il primo campus delle arti e dei mestieri del Made in Italy”

Stefano Ghionni

Dall’Ecofin via libera al Pnrr dell’Italia e di altri 11 Paesi

Giulia Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.