martedì, 24 Dicembre, 2024
Esteri

Biden critica Netanyahu: “Non fa abbastanza”. Hamas annuncia video degli ostaggi assassinati

Israele si ferma: sciopero generale, manifestazioni e contro-manifestazioni

La psicopatologia della guerra dopo aver indugiato a lungo sullo stato di salute del Presidente russo Vladimir Putin ora si sposta sul premier israeliano Benjamin Netanyahu. I media riportano di audio registrati durante gli incontri con i famigliari degli ostaggi dove il primo ministro apparirebbe “distaccato”; intento solo ad ascoltare se stesso e a raccontare delle sue vicissitudini. Fonti anonime nel governo avrebbero dichiarato che “Netanyahu sapeva e sa che i rapiti hanno poco tempo”. Tutto questo il giorno in cui il Paese si è fermato per le manifestazioni e lo sciopero generale indetto dopo il ritrovamento a Gaza di sei giovani ostaggi giustiziati da Hamas in un tunnel. Anche il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha detto ai reporter che un accordo finale per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza è molto vicino, ma che non ritiene che il premier israeliano Benjamin Netanyahu stia facendo abbastanza per garantire l’accordo.

Lite del premier con i sindacati

Mentre il sindacato Histadrut accusato da Netanyahu di favorire Hamas ha risposto che è stato il capo del Governo a finanziare i miliziani. I dimostranti chiedono al Governo di fare l’accordo per il rilascio degli ostaggi e accusano Netanyahu di non fare abbastanza per la liberazione dei civili nelle mani di Hamas da quasi un anno. Durante le manifestazioni ci sono state decine di arresti. Il presidente del tribunale del lavoro ha ordinato la fine anticipata dello sciopero generale dopo aver ascoltato i sindacati e il Governo: doveva finire stamattina, ma è stato anticipato alle 18 di ieri.

Le pressioni da incubo di Hamas

Hamas per premere sull’opinione pubblica ha anche pubblicato un filmato dei sei giovani ostaggi giustiziati. Non è chiaro quando sia stato girato il video, ma il gruppo militante palestinese ha sostenuto si tratta di una breve presentazione per una versione più estesa che sarà diffusa nei prossimi giorni.

Sciopero generale e scontri

L’autostrada Namir verso Tel Aviv nord è stata praticamente bloccata con cartelli con le foto degli ostaggi, i familiari hanno letto ad alta voce i nomi delle 101 persone ancora imprigionate nella Striscia di Gaza. Alcune si sono anche sdraiate sulle due carreggiate, consentendo il passaggio solo di mezzi di soccorso e ambulanze. Dopodiché il corteo ha ripreso la marcia per unirsi ai manifestanti a Begin Street, tra le principali arterie della città. I dimostranti hanno inoltre interrotto l’operatività dell’aeroporto ‘Ben Gurion’ di Tel Aviv. Per protesta hanno chiuso anche banche, scuole, uffici governativi e di alcuni grandi centri commerciali, mentre il trasporto pubblico ha subito limitazioni e ritardi. Alcuni manifestanti hanno lanciato oggetti in strada, acceso falò e sparato fuochi d’artificio in aria. La polizia in risposta avrebbe lanciato granate stordenti, ferendo leggermente alcune persone tra cui la parlamentare democratica Naama Lazimi.

Tensione politica altissima

L’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di convocare una riunione urgente per condannare Hamas e “per affrontare la terribile situazione dei 101 ostaggi ancora tenuti prigionieri a Gaza”. In una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e al diplomatico sloveno Samuel Zgobar, attuale presidente del Consiglio di sicurezza, Danon lamenta il fatto che “il Consiglio non ha ancora condannato Hamas né agito in modo deciso per gli ostaggi”. Danon sottolinea che Israele ha accettato le proposte per un accordo di rilascio degli ostaggi, mentre Hamas continua a rifiutare le formule sostenute dagli Stati Uniti. Da Tel Aviv, invece, Netanyahu ha dichiarato che Israele “risponderà con estrema forza”. Mentre Hamas ha spiegato che il premier israeliano ha preferito mantenere le sue truppe nel corridoio Filadelfia tra l’Egitto e la Striscia di Gaza piuttosto che riavere indietro vivi gli ostaggi. Infine l’estrema destra israeliana sta lavorando all’interno del governo “per impedire un accordo sconsiderato” con Hamas per un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha assicurato Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza nazionale dell’ala oltranzista, sottolineando che “con Hamas si deve parlare solo tra mirini” di fucile. Il leader dell’estrema destra ha incontrato a Gerusalemme gli attivisti del Gvura Forum che hanno inscenato una contro-manifestazione a favore del governo.

Trattative: ultimo round

Quanto alle trattative, gli Stati Uniti hanno ripreso a tessere la tela. L’Amministrazione Bidena sta continuando a discutere con Egitto e Qatar dei contorni di un accordo finale da “prendere o lasciare”. Accordo che sarà presentato alle parti nelle prossime settimane: un eventuale rifiuto potrebbe segnare la fine dei negoziati guidati dagli americani. “Non si può continuare a negoziare. Questo processo deve essere interrotto a un certo punto”, ha affermato una fonde anonima americana al Washington Post, secondo cui il ritrovamento dei corpi di sei ostaggi uccisi non fa deragliare l’accordo ma casomai “dovrebbe aggiungere ulteriore urgenza in questa fase di chiusura, in cui eravamo già”.

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