“Non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano”. Con queste parole, Papa Francesco, ha concluso l’Angelus di ieri affacciato su Piazza San Pietro, riferendosi alla mossa con la quale il Presidente Volodymyr Zelensky, nel giorno in cui ricorreva il 33° anniversario dell’indipendenza, ha messo al bando la Chiesa ortodossa russa dal suolo ucraino. “Chi prega veramente prega sempre per tutti”, ha ricordato il Pontefice, che nel suo discorso ha rivolto un nuovo appello per la pace nell’Est Europa.
Le guerre nel mondo
“Continuo a seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione Russa, e pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega”, ha proseguito il Santo Padre, per il quale “non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato. E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa”.
I conflitti
Non solo Ucraina nelle parole di Papa Francesco, il quale si è rivolto per un cessate il fuoco globale: “Continuiamo a pregare perché si ponga fine alle guerre, in Palestina, in Israele, in Myanmar e in ogni altra regione. I popoli chiedono pace! Preghiamo perché il Signore ci dia, a tutti, la pace”.
Il vaiolo delle scimmie
Nel dopo Angelus, poi, il Vescovo di Roma ha rivolto un pensiero anche alla nuova epidemia che si sta diffondendo in particolare nel continente africano: “Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie, che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale.
Prego per tutte le persone contagiate, specialmente la popolazione della Repubblica Democratica del Congo così provata. Esprimo la mia vicinanza alle Chiese locali dei Paesi più colpiti da questa malattia e incoraggio i governi e le industrie private a condividere la tecnologia e i trattamenti disponibili, affinché a nessuno manchi l’adeguata assistenza medica”.
I saluti ai Pellegrini
Il Pontefice ha rivolto, sul finire del suo discorso, i saluti a “tutti i romani e pellegrini d’Italia e di tanti Paesi. In particolare, saluto i nuovi seminaristi del Collegio Nord-Americano e auguro loro un buon cammino formativo; e auguro loro anche di vivere il loro sacerdozio con gioia, perché la vera preghiera ci dà la gioia. Saluto i ragazzi con disabilità motorie e cognitive, che partecipano alla ‘staffetta dell’inclusione’ per affermare che le barriere possono essere superate. Saluto gli amici, i ragazzi dell’Immacolata”.
L’adesione al Vangelo
Durante l’Angelus, invece, Francesco ha osservato come “non sempre i discepoli comprendono quello che il Maestro dice e fa; a volte faticano ad accettare i paradossi del suo amore, le esigenze estreme della sua misericordia, la radicalità del suo modo di donarsi a tutti. Non è facile per loro, capire, ma sono fedeli.
Le scelte di Gesù vanno spesso oltre la mentalità comune, oltre i canoni stessi della religione istituzionale e delle tradizioni, al punto da creare situazioni provocatorie e imbarazzanti . Non è facile seguirlo”, mettendo l’accento sul come “ciò riguarda anche noi: pure per noi, infatti, non è facile seguire il Signore, comprendere il suo modo di agire, fare nostri i suoi criteri e i suoi esempi. Anche per noi non è facile. Però, più gli stiamo vicini, più aderiamo al suo Vangelo, riceviamo la sua grazia nei Sacramenti, stiamo in sua compagnia nella preghiera, lo imitiamo nell’umiltà e nella carità, più sperimentiamo la bellezza di averlo come Amico, e ci rendiamo conto che solo Lui ha parole di vita eterna”.
La presenza di Gesù
Nella conclusione della cerimonia, il Vicario di Cristo si è rivolto ai fedeli presenti invitandoli alla riflessione: “Quanto è presente Gesù nella mia vita? Quanto mi lascio toccare e provocare dalle sue parole? Posso dire che sono anche per me ‘parole di vita eterna’? A te, fratello, sorella, domando: le parole di Gesù, sono per te, anche per me, parole di vita eterna? Maria, che ha accolto Gesù, Verbo di Dio, nella sua carne, – ha chiosato il Papa – ci aiuti ad ascoltarlo e a non lasciarlo mai”.