Un vulcano nel sud-ovest dell’Islanda è eruttato, giovedì, per la sesta volta dal mese di dicembre. Il Met Office islandese, responsabile del monitoraggio vulcanico, ha ripostati che la frattura, lunga circa 2,42 miglia, si è estesa di quasi un miglio in 40 minuti. Le trasmissioni in diretta dalla penisola di Reykjanes hanno mostrato lava incandescente illuminare il cielo notturno. “L’impatto è limitato a un’area vicina al sito dell’eruzione – ha dichiarato il ministero degli esteri islandese sui social media – Non rappresenta una minaccia e l’area è stata evacuata”. I 4.000 abitanti della cittadina di Grindavik, da novembre, sono stati evacuati. L’eruzione è avvenuta nella fila di crateri Sundhnukar a est del monte Sylingafell, sovrapponendosi a eventi eruttivi nella penisola di Reykjanes, un sistema vulcanico privo di cratere centrale, caratterizzato da grandi fratture nel terreno. Gli studi indicano che il magma si sta accumulando, generando allarmi su una possibile nuova attività vulcanica nell’area a sud di Reykjavik. L’ultima eruzione nella penisola di Reykjanes si è conclusa il 22 giugno, dopo 24 giorni di attività. Le eruzioni rappresentano una sfida per la nazione insulare di quasi 400.000 abitanti. Le autorità hanno costruito barriere artificiali per deviare i flussi di lava lontano dalle infrastrutture critiche, tra cui la centrale elettrica di Svartsengi, il centro benessere Blue Lagoon e la città di Grindavik. L’aeroporto Keflavik di Reykjavik ha dichiarato che i voli non sono stati influenzati, ma il centro termale e hotel Blue Lagoon ha chiuso e evacuato i suoi ospiti. Le eruzioni nella penisola di Reykjanes sono di tipo fessurato. Non interrompono il traffico aereo poiché non provocano grandi esplosioni o dispersione di cenere. L’Islanda ospita oltre 30 vulcani attivi, rendendola una meta per il turismo vulcanico, un segmento di nicchia per gli amanti dell’avventura.