L’Unione Europea e l’Italia hanno fortemente sollecitato il governo venezuelano di Nicolás Maduro a liberare i prigionieri politici e a rendere pubblici i verbali elettorali. In un comunicato, firmato da 22 altri paesi tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Cile, Argentina e Canada, riuniti a Santo Domingo de Guzmán, capitale della Repubblica Dominicana, è stato lanciato un appello affinché si giunga ad una soluzione che favorisca la democrazia, la pace, la giustizia e la sicurezza nel Paese, mettendo in evidenza la necessità di un dialogo inclusivo per facilitare una soluzione politica e promuovere la riconciliazione nazionale. Per i firmatari, i diritti umani sarebbero gravemente minacciati dalle autorità venezuelane, rendendo necessario un salvacondotto per i sei richiedenti asilo che sono stati rinchiusi per mesi presso l’Ambasciata argentina di Caracas, ora gestita dal Brasile dopo l’espulsione dei diplomatici di Buenos Aires. Intanto i venezuelani di tutto il mondo si preparano a protestare contro quella che ritengono una frode elettorale del regime di Caracas. A Miami, sono previsti migliaia di partecipanti sabato pomeriggio al Bayfront Park. L’evento, sostenuto dalle autorità locali e dalla comunità cubano-americana, mira a sollecitare l’intervento degli Stati Uniti contro Nicolás Maduro. L’evento di Miami è presieduto da funzionari e leader della comunità venezuelana, con la partecipazione di artisti come Willy Chirino, Arturo Sandoval, Amaury Gutiérrez e Danny Ocean. Si terranno eventi simili in 300 città in tutto il mondo, tra cui Madrid, Bruxelles, Londra, Roma e Melbourne, New York e Washington, DC. Le proteste sono scoppiate dopo che il Consiglio Elettorale Nazionale ha annunciato la vittoria di Maduro con quasi il 52% dei voti. L’opposizione ha contestato il risultato, mostrando dati che indicavano la vittoria di Gonzalez.