venerdì, 20 Settembre, 2024
Esteri

Ostaggi. Continuano i colloqui. Gantz a Netanyahu: fai l’accordo. Abu Mazen andrà a Gaza

Famiglie israeliane sfollate dopo il 7 ottobre sono tornate a casa

Anche nel giorno dei colloqui promossi a Doha da Qatar, Usa ed Egitto per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco a Gaza, arrivano notizie, più o meno false, che possono compromettere il dialogo. Abu Obeida, portavoce dell’ala militare di Hamas, ha dichiarato che il guardiano che ha ucciso a colpi di arma da fuoco un ostaggio “ha agito per vendetta, contrariamente alle istruzioni, dopo aver ricevuto la notizia del martirio dei suoi due figli in uno dei massacri del nemico”. “Sottolineiamo che l’incidente non rappresenta l’etica di Hamas”, afferma Obeida, aggiungendo che i protocolli per la sorveglianza dei prigionieri saranno “inaspriti”. Sempre Hamas ha pubblicato la foto di un ostaggio israeliano, sostenendo che è stato ucciso a causa degli attacchi dell’Idf. Dopo pochi minuti l’esercito di Tel Aviv ha reso noto che la persona di cui Hamas ha pubblicato l’immagine è stata recuperata morta in un’operazione alla fine di novembre. Israele finora non ha neppure confermato né smentito le vicende secondo cui i terroristi in due diverse occasioni avrebbero ucciso un ostaggio e ferito gravemente due donne prigioniere.

Gantz a Netanyahu: “fai l’accordo!”

In una intervista alla Cnn il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha esortato tutte le parti a partecipare ai colloqui per il cessate il fuoco di Gaza a Doha per far sì che un accordo venga attuato, invitando Israele e Hamas a scendere a compromessi e affermando che è ancora possibile fare progressi nei prossimi giorni. “Ci concentriamo sui dettagli dell’implementazione. Non prevediamo di uscire con un accordo, prevediamo che i colloqui continuino” ha spiegato Kirby in una call con i reporter. “Non stiamo avendo un dibattito sulla struttura dell’accordo. Siamo a un punto in cui il quadro dell’accordo è generalmente accettato e le lacune da colmare riguardano la sua attuazione”. Mentre l’ex ministro della Difesa israeliano Benny Gantz, uscito dal gabinetto di guerra nei mesi scorsi ed ora all’opposizione, ha attaccato il primo ministro Netanyahu accusandolo di non avere coraggio in relazione ai colloqui a Doha: “All’inizio temevi di prendere la decisione di entrare a Gaza, poi hai avuto paura di spostare le truppe verso il nord e per mesi hai esitato nel perseguire una soluzione per la liberazione degli ostaggi, sempre preoccupato per il destino della coalizione. Ora per una volta, abbi coraggio” e “fai l’accordo”.

Abu Mazen andrà a Gaza

Abu Mazen, leader di Anp, ha annunciato in una sessione straordinaria del parlamento turco che si recherà a Gaza. “Ho deciso di andare a Gaza con altri fratelli della leadership palestinese”, ha detto il Presidente dell’Autorità Palestinese in un discorso ad Ankara. ”Ho deciso di andare a Gaza con altri fratelli leader palestinesi. Andrò. Anche se mi costerà la vita. La nostra vita non vale più di quella di un bambino”, ha detto il leader di Fatah, che non può andare nella Striscia da otto anni, da quando dopo le elezioni del 2006 è sotto il controllo di Hamas. Abu Mazen potrebbe chiedere di entrare nella Striscia attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. Valico che da tempo è chiuso e controllato da Israele. Il portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato che le forze di Tel Aviv hanno distrutto nell’ultima settimana circa cinquanta tunnelsotterranei di Hamas nell’area del corridoio Filadelfia, zona cuscinetto tra Gaza ed Egitto. I militari ritengono che quei tunnel vengano utilizzati dalla milizia islamista per introdurre illegalmente armi nella Striscia.

Ebrei sfollati tornati a casa

Quasi tutte le famiglie israeliane evacuate dalla periferia di Gaza dopo l’attacco mortale di Hamas del 7 ottobre sono state ricollocate in anticipo rispetto alla scadenza fissata per la loro sistemazione. Secondo Minhelet Tekouma, l’ufficio responsabile di queste famiglie, l’80% degli oltre 50.000 residenti evacuati dalle località del sud di Israele è tornato a casa tra marzo e luglio. Da allora, “3.700 persone” sono state ricollocate dopo che le autorità hanno accettato di finanziare il loro soggiorno in hotel fino al 15 agosto. “Queste persone si aggiungono alle 47.000 che sono già state reinsediate”, ha dichiarato Minhelet Tekouma in un comunicato stampa. Questo ufficio, istituito dal governo a ottobre, è responsabile della ricostruzione dell’area vicina alla Striscia di Gaza, che ha subito i danni maggiori il 7 ottobre. I residenti di dieci kibbutz parzialmente distrutti dai commando di Hamas e impossibilitati a rientrare nelle loro case a causa della mancanza di infrastrutture, stanno ricevendo alloggi temporanei per almeno un altro anno, in varie parti del paese. Lo stesso vale per gli abitanti di altri tre kibbutz molto vicini a Gaza, ai quali è vietato tornare perché i siti sono ancora regolarmente sotto il fuoco dei razzi dal territorio palestinese.

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