venerdì, 20 Settembre, 2024
Sanità

Intramoenia: meno medici e più guadagni. Ogni cittadino spende 20 euro

Presentata al Parlamento la Relazione del Ministero della Salute

Nel lungo termine l’attività intramoenia in Italia continua a diminuire: i medici che la esercitano sono il 38,5% mentre nel 2014 erano il 44,2%. In numero assoluto circa 45.000. Dopo la flessione degli anni della pandemia l’attività intramoenia (Alpi) è tornata a crescere, ma sempre restano a livelli inferiori rispetto al passato. Lo rivela la Relazione annuale del ministero della Salute sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria per l’anno 2022 che il ministero della Salute ha appena inviato al Parlamento. Ogni cittadino spende per le visite specialistiche in intramoenia, mediamente, 20 euro a testa. Naturalmente con le solite differenze geografiche: nel 2022, i picchi maggiori si registrano nelle Regioni Emilia-Romagna (34,8 euro/anno), Valle d’Aosta (32,2 euro/anno), Piemonte (29,9 euro /anno) e Toscana (28,6 euro/anno) mentre la spesa pro-capite per prestazioni in Alpi è minima in Molise (4,4 euro/anno), in Calabria (5,5 euro/anno) nella Provincia di Bolzano (6,5 euro/anno), ed in generale di molto inferiore alla media nazionale nelle Regioni meridionali. In totale nel 2022 i guadagni totali per l’attività hanno superato i 256 milioni di euro; un aumento dell’8,5% rispetto all’anno precedente.

Ricavi da prestazioni specialistiche

La parte più consistente dei ricavi per l’attività di intramoenia proveniente dall’area delle prestazioni specialistiche, che si assesta nel 2022 ad oltre il 68%. La quota di attività libero professionale intramuraria afferente all’area ospedaliera rappresenta il 19,5%, mentre altro è per servizi di sanità pubblica e consulenze. Le visite mediche più richieste sono quella cardiologica, ginecologica e ortopedica. Tra le prestazioni strumentali, quelle maggiormente richieste sono l’elettrocardiogramma, poi l’eco (color) dopplergrafia cardiaca, l’ecografia all’addome inferiore, superiore e completo e l’ecografia monolaterale e bilaterale della mammella.

Le differenze regionali

Dai dati della Relazione ministeriale i medici che esercitano in attività privata all’interno della Sanità pubblica sono scesi da circa 53.000 del 2014 a poco più di 45.000 nel 2022. Una diminuzione di 8.209 unità che in valore percentuale supera il 15%. Se però si considera il rapporto tra medici che esercitano l’attività libero professionale intramuraria ed il totale medici dipendenti delle strutture sanitarie del SSN. Il rapporto passa da un valore pari al 44,2% relativo all’anno 2014 a quota 38,5% dell’anno 2022. Se poi si considerano solo i medici con rapporto esclusivo con il Ssn, nell’anno 2022 la quota passa al 42,3%. Anche in questo caso con differenze regionali importanti: nelle regioni del nord, generalmente, la percentuale supera il 50%, mentre nel sud e isole si attesta tra il 20 e 40% con l’eccezione della Provincia di Bolzano con il 14%. L’83,1% dei medici nel 2022 ha esercitato l’Alpi esclusivamente all’interno degli spazi aziendali (inclusi gli spazi in locazione che, ai fini della rilevazione, erano da considerarsi propriamente spazi aziendali), l’8,0% circa esercita al di fuori della struttura ed il 8,9% svolge attività libero professionale sia all’interno che all’esterno delle mura aziendali (ad esempio attività in regime ambulatoriale svolta presso il proprio studio professionale ed attività in regime di ricovero svolta all’interno degli spazi aziendali).

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