Un gruppo per i diritti umani ha dichiarato martedì che circa 24 persone avrebbero perso la vita durante le proteste contro la rielezione del presidente venezuelano Nicolas Maduro. La ONG Provea ha registrato queste vittime a partire dal voto del 28 luglio. La divisione americana di Human Rights Watch ha confermato lo stesso bilancio. L’esercito venezuelano ha definito “disperato e sedizioso” l’appello dell’opposizione a sostenere le forze armate contro la rielezione di Maduro.
L’opposizione
I leader dell’opposizione, Edmundo Gonzalez Urrutia e Maria Corina Machado, hanno chiesto lunedì ai militari e alla polizia di “schierarsi dalla parte del popolo”. Sono stati indagati per aver annunciato un vincitore diverso da Maduro e per istigazione alla disobbedienza e cospirazione. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha espresso “assoluta lealtà” a Maduro, respingendo gli “approcci sediziosi” che minano l’unità. L’opposizione sostiene che Gonzalez Urrutia sia il legittimo vincitore delle elezioni del 28 luglio, riconosciuto da alcuni paesi come gli Stati Uniti e l’Argentina. L’Unione Europea ha richiesto solo la pubblicazione completa dei verbali delle votazioni. Lunedì, il Consiglio elettorale nazionale ha dichiarato di aver presentato i documenti alla Corte Suprema per la certificazione. Maduro ha chiesto il boicottaggio di WhatsApp, sostenendo che militari e leader della comunità avevano ricevuto minacce tramite l’app. “Eliminerò WhatsApp dal mio telefono, sposterò i miei contatti su Telegram e WeChat”, ha affermato Maduro, criticando anche TikTok e Instagram per aver promosso “divisione” e “odio”. Machado, sostenitrice di Gonzalez Urrutia, ha denunciato martedì una “campagna di terrore” nel Paese. Il portavoce dell’Unione Europea, Peter Stano, ha chiesto la cessazione della campagna intimidatoria contro l’opposizione.