L’Iran annuncia una rappresaglia da fine di mondo, ma contemporaneamente il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani fa sapere che gli ayatollah “non vogliono l’escalation.” A Teheran in questi giorni c’è stata una forte pressione diplomatica internazionale per cercare di scongiurare il peggio. Ieri è arrivato anche il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo Serghei Shoigu, ex ministro della difesa, che tra gli altri ha incontrato il capo di Stato maggiore delle forze armate, Mohammad Bagheri. L’Organizzazione della cooperazione islamica (Oci) ha convocato una sessione straordinaria su richiesta di Teheran per domani. La consultazione potrebbe significare che prima della rappresaglia l’Iran voglia un confronto più largo con i paesi islamici. E mentre dagli Stati Uniti è partita l’ennesima speculazione finanziaria con il crollo a catena delle borse per rimettere il dollaro al centro degli scambi internazionali e riportarlo a “bene rifugio”, Israele continua con gli assassinii mirati. Gli stessi Pasdaran iraniani ammettono che vengono sistematicamente uccisi gli scienziati che lavorano ai programmi nucleari. Hossein Salami, capo delle Guardie della Rivoluzione, riferendosi a Israele ha detto: “Pensano di poter uccidere gli scienziati nucleari di un altro paese e impedire il percorso di quel paese verso la tecnologia nucleare pacifica. Pensano che uccidendo il leader di un gruppo di resistenza in un altro Paese si concederanno più tempo per vivere. Si stanno solo scavando la fossa”. Intanto le forze di difesa israeliane (IDF) hanno reso noto dell’uccisione di Abed al-Zeriei, ministro dell’Economia di Hamas nella Striscia di Gaza.
Gallant sente Crosetto
Da Tel Aviv, in attesa di cosa e quando farà l’Iran al di là degli annunci di propaganda, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato: “I nostri nemici stanno valutando attentamente i loro passi grazie alle capacità che avete dimostrato nell’ultimo anno. Tuttavia, dobbiamo prepararci a tutte le possibilità, inclusa una rapida transizione all’offensiva”. Gallant ha anche rivelato di aver avuto un colloquio con il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto con il quale ha “discusso della preparazione e della cooperazione dell’Idf con i nostri alleati” e l’ha ringraziato per la solidarietà espressa. Mentre con il collega americano, Lloyd Austin, si è discusso degli “sviluppi della sicurezza nella regione e sulla disponibilità dell’Idf a difendere Israele dalle potenziali minacce poste dall’Iran e dai suoi alleati”. Il ministro ha inoltre “espresso il suo apprezzamento al segretario Austin per lo stretto coordinamento militare e strategico tra Israele e gli Stati Uniti” e “ha sottolineato l’importanza della leadership statunitense nella formazione di una coalizione di alleati e partner per difendere Israele e la regione dagli attacchi aerei”.
Trattative segrete Iran-Usa
Tra l’altro gli Stati Uniti, secondo una fonte iraniani, avrebbero inviato una delegazione di sicurezza in Iran, con la mediazione dell’Oman, per trasmettere un messaggio di “calma e avvertimento” ai leader di Teheran, per evitare una grande guerra pianificata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “con il sostegno delle lobby sioniste negli Stati Uniti.” La fonte ha riferito che la delegazione americana ha visitato la Repubblica islamica su un aereo privato, partito dalla Turchia, e atterrato all’aeroporto di Payam, nella città di Karaj, a ovest della capitale iraniana, giovedì scorso, confermando che si è svolto un incontro di due ore tra funzionari americani e iraniani all’aeroporto sotto la supervisione della Guardia Rivoluzionaria, prima del ritorno degli ospiti ad Ankara.