mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Esteri

Russia, nuove esercitazioni con armi nucleari non strategiche

Kiev attacca postazioni russe in Siria

La Russia ha avviato la terza fase delle esercitazioni tattiche sulle armi nucleari non strategiche. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo. La terza fase delle esercitazioni coinvolge unità dei distretti militari centrale e meridionale. Quest’ultimo distretto include forze dispiegate nei territori ucraini occupati dalla Russia.

I soldati che prenderanno parte alle esercitazioni si eserciteranno ad “equipaggiare i lanciatori e ad avanzare segretamente verso le posizioni per preparare i lanci elettronici”. Le due fasi precedenti includevano unità dei distretti militari del Sud e di Leningrado, delle Forze aerospaziali e unità della Marina, ha affermato il ministero.

L’esercito ucraino arruola 30 mila persone al mese

L’Ucraina recluta da maggio fino a 30 mila persone al mese nell’esercito, una cifra che supera di 2-3 volte il livello registrato nei mesi invernali ed è circa la stessa di quelle che la Russia chiama in servizio ogni mese: lo scrive il New York Times che cita tre anonimi esperti militari a conoscenza della situazione. L’aumento delle reclute, sottolineano tuttavia le fonti del giornale, non si è tradotto in un rafforzamento sul campo di battaglia poiché molte reclute stanno ancora completando il programma di addestramento e non hanno ancora raggiunto il fronte. Inoltre, alcuni dei soldati arrivati in prima linea non sono fisicamente idonei a combattere, hanno riferito membri delle unità Ucraina

Attacco ucraino in Siria

Le forze speciali ucraine avrebbero attaccato una base aerea russa in Siria, secondo quanto riferisce Rbc-Ukraine citando fonti dell’intelligence della Difesa. Sarebbe avvenuto dopo l’incontro dello scorso 24 luglio tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo siriano Bashar al-Assad. Nell’operazione sarebbe stato colpito l’aeroporto dell’esercito russo di Kuveyres, situato a est di Aleppo, prima con un attacco informatico poi con i droni. Attaccare gli interessi e le posizioni militari della Russia in paesi terzi sarebbe una nuova strategia adottata da Kiev: pochi giorni fa si era appreso del supporto offerto ai ribelli Tuareg del Mali nell’attacco ai mercenari della compagnia Wagner di San Pietroburgo.

Esercito russo avanza ma nessun sfondamento decisivo

La Russia ha preso il controllo di quasi 200 km² di territorio a luglio nell’Ucraina orientale, principalmente nella regione di Donetsk, accelerando i suoi guadagni territoriali rispetto al mese precedente: lo riferisce l’agenzia France-Presse (Afp), che ha condotto un’analisi basandosi sui dati del think tank statunitense Istitute for the Study of War (Isw). Tuttavia, questa avanzata è solo la metà di quella di maggio (449 km², 14,5 km² al giorno), all’inizio della nuova offensiva russa nella regione di Kharkiv, che nel frattempo è stata interrotta: quella era stata la più grande avanzata mensile dal marzo 2022, all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. In totale, dall’inizio del 2024, la Russia ha conquistato 1.246 km², un numero nettamente superiore a quello dell’intero 2023 (584 km²). Tuttavia, questo aumento rimane esiguo, poiché equivale allo 0,2% del territorio ucraino nel 2014, e non ha portato a sfondamenti decisivi nonostante le pesanti perdite.

Nel dettaglio, tra il 1° e il 30 luglio, Mosca ha conquistato 198 km2 (una media di 6,6 km2 al giorno), di cui 155 km² nella sola regione di Donetsk (est), dove le forze russe si stanno spingendo verso le città di Pokrovsk, Toretsk e Chassiv Iar per poter attaccare le città di Kramatorsk e Sloviansk. I guadagni russi nell’ultimo mese sono in aumento rispetto a giugno (129 km2, 4,3 km2 al giorno). Dal 24 febbraio 2022, al 30 luglio la Russia ha conquistato 65.776 km² di territorio ucraino. Con la Crimea annessa nel 2014 e le aree a est già sotto il controllo russo prima dell’invasione, la Russia occupa ora 107.956 km², ovvero il 18% dell’Ucraina secondo i suoi confini internazionalmente riconosciuti.

Denys Shmyhal : ok dalla Ue, stop al transito del petrolio russo

La cancellazione delle sanzioni verso Lukoil, che impediscono il transito del petrolio russo verso Ungheria e Slovacchia “non è oggetto di discussione” e su questo “abbiamo il pieno sostegno di Bruxelles”. Lo scrive il Primo ministro ucraino Denys Shmyhal sui social, spiegando di avere avuto “diverse conversazioni” con il premier Slovacco Robert Fico, dopo che quest’ultimo, due giorni fa, la minacciato di interrompere le forniture di gasolio raffinato a Kiev se non sarà ripristinato l’oleodotto che passa nel territorio ucraino. “La Slovacchia è un partner affidabile, da cui non ci aspettiamo ricatti o minacce. Perché è un approccio deleterio minacciare l’Ucraina, che si sta difendendo dall’aggressore, affinché lo stato terrorista possa continuare a guadagnare i suoi sanguinosi profitti”, è la dura replica di Shmyhal, che spiega: “L’Ucraina ha insistito e continua a insistere sulla necessità di rifiutare il più possibile il petrolio russo, perché la Russia e la sicurezza energetica non sono compatibili. Tutti i paesi lo hanno capito e la maggior parte sta agendo. L’Ue ha permesso alla Slovacchia e ad altri paesi di utilizzare il petrolio russo a condizione che sviluppino attivamente canali di approvvigionamento alternativi. La maggior parte di loro lo sta facendo. Le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina non rappresentano una minaccia per la sicurezza energetica della Slovacchia e dell’Europa nel suo complesso”.

Russia, bonus raddoppiati a chi combatte contro Kiev

Il presidente russo Vladimir Putin ha raddoppiato i pagamenti anticipati per i volontari che combatteranno in Ucraina, una mossa volta a facilitare il reclutamento militare ma che potrebbe creare squilibri nell’economia surriscaldata. Tutti i russi che firmano un contratto con l’esercito riceveranno ora un pagamento anticipato di 400.000 rubli (4.651 dollari). Il decreto raccomanda inoltre alle autorità regionali di corrispondere almeno lo stesso importo dal proprio bilancio

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