domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Guerra ad Hamas. L’Uccisione di Haniyeh, l’Iran minaccia “dura rappresaglia”

Oggi i funerali a Teheran. Gli USA: noi non coinvolti

Ali Khamenei, la Guida Suprema dell’Iran, ha minacciato una dura rappresaglia: “Il regime criminale e terrorista sionista ha preparato per se stesso una dura punizione”. Khamanei ha aggiunto: è “nostro dovere vendicare il sangue” di Haniyeh, anche per il fatto che l’omicidio è avvenuto “sul territorio della Repubblica islamica”. Il Presidente Masoud Pezeshkian ha condannato l’azione codarda e assicurato che “la Repubblica islamica difenderà la sua integrità territoriale, il suo orgoglio ed e il suo onore e farà pentire gli invasori terroristi”, assicurando che ora il legame tra Teheran e le fazioni islamiste palestinesi è “più forte di prima”. L’ex comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane Rezaee ha affermato che “Israele pagherà un prezzo elevato per l’uccisione del capo di Hamas”. Il gruppo sciita libanese Hezbollah ha dichiarato che “l’uccisione del capo di Hamas Ismail Haniyeh renderà la resistenza più determinata nell’affrontare Israele”.

Condanne dei negoziatori

Il ministero degli Esteri di Doha, città dove Haniyeh viveva stabilmente dal 2019, e tra i più attivi nei negoziati per un cessate il fuoco, ha dichiarato che si tratta di un “crimine orrendo”, di una “pericolosa escalation” e di una “palese violazione del diritto internazionale e umanitario”. Anche l’Egitto condanna “l’escalation”. In una nota il ministero degli Esteri del Cairo parla di “escalation israeliana degli ultimi due giorni” che complica ulteriormente i colloqui per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Anche la Turchiapunta il dito contro Tel Aviv. Il ministro degli Esteri di Ankara ha dichiarato che l’assassinio “dimostra ancora una volta che il governo israeliano di Netanyahu non ha alcuna intenzione di raggiungere la pace” e che “la regione dovrà affrontare conflitti molto più ampi se la comunità internazionale non interverrà per fermare Israele”. Anche Pechino e Mosca condannano l’attentato. Il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, ha detto: “Si tratta di un assassinio politico assolutamente inaccettabile, che porterà a un’ulteriore escalation delle tensioni”.

Condizioni per evitare escalation

Il ministro degli Esteri Israel Katz ha inviato una lettera a decine di suoi omologhi nel mondo nella quale, facendo riferimento all’assassinio del capo di stato maggiore di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut – ma non all’omicidio di Ismail Haniyeh – ha avvertito che, sebbene Israele non desideri una guerra su vasta scala, solo l’attuazione della risoluzione Onu sul ritiro della milizia sciita a nord del fiume Litani potranno prevenirla. “Israele ha trasmesso un messaggio chiaro: chi ci attacca sarà colpito con grande forza”, ha scritto Katz. Secondo lui, “il mondo deve ora sostenere Israele e chiedere l’immediata cessazione del fuoco da parte di Hezbollah, il suo ritiro a nord del fiume Litani e il disarmo. Decine di migliaia di residenti israeliani del nord devono poter tornare a casa in sicurezza”.

Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, è stato assassinato mentre era in Iran per partecipare alla cerimonia di insediamento del neo eletto Presidente Masoud Pezeshkian. La notizia è stata confermata dagli stessi miliziani e dalla tv di Stato iraniana. Gli Stati Uniti, attraverso il Segretario di Stato, Antony Blinken hanno dichiarato che non sono stati “informati” e non sono “coinvolti” nell’attentato. Le Brigate al Qassam, hanno dichiarato che l’uccisione avrà enormi conseguenze, mentre tutti i proxy iraniani attaccano direttamente Israele e minacciano ripercussioni, ma l’Iran è anche in forte imbarazzo per l’enorme falla di sicurezza che dimostra una debolezza militare strutturale. Il ministero degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, sottolinea la “responsabilità” degli Stati Uniti nell’assassinio di Haniyeh a causa del loro sostegno a Israele e che l’Iran ha “il diritto di rispondere in modo appropriato a questa azione aggressiva contro la sua sovranità”.

Israele non rivendica

Haniyeh è stato colpito da un missile teleguidato, lanciato nella notte di martedì mentre si trovava nella sua residenza privata. Secondo alcune fonti, il razzo sarebbe stato lanciato da fuori i confini dell’Iran. Haniyeh sarà sepolto in Qatar, i funerali sono annunciati per oggi nella capitale iraniana, dove sono stati dichiarati tre giorni di lutto nazionale. Hamas ha accusato Israele, ma l’esercito di Tel Aviv non ha commentato né rivendicato l’attacco. Netanyahu ha convocato i capi della sicurezza e un account social del governo israeliano ha pubblicato una foto del leader palestinese con la scritta “eliminato”, poi subito rimossa. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha rilanciato una dichiarazione che ha più volte ripetuto negli ultimi mesi: “Non vogliamo la guerra, ma siamo pronti a ogni possibilità”. Lo scorso aprile erano stati uccisi tre figli di Haniyeh – Hazem, Amir e Mohammad – in un bombardamento che colpì l’auto sulla quale viaggiavano nel campo di Shati, nel nord della Striscia. In quell’attacco morirono anche quattro nipoti – tre ragazze e un ragazzo – dell’esponente di Hamas, il quale ammise all’emittente del Qatar che 60 membri della sua famiglia erano stati uccisi dall’inizio della guerra. Sempre nel campo di Shati il 25 giugno, Haniyeh perse una sorella.

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