Sabato il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha deciso di inserire la controversa miniera d’oro giapponese di Sado tra i siti del patrimonio culturale. Il Giappone ha accettato di riconoscere la sua storia di abusi sui lavoratori coreani durante la seconda guerra mondiale, segnando un passo avanti nelle relazioni con Seul. La miniera sull’isola di Niigata, attiva per quasi 400 anni e chiusa nel 1989, è legata agli abusi sui lavoratori coreani. Il comitato, inclusa la Corea del Sud, ha sostenuto all’unanimità l’inclusione. Un delegato giapponese ha affermato che sono stati installati nuovi materiali espositivi per spiegare le dure condizioni dei lavoratori coreani, sottoposti a compiti pericolosi, con scarse razioni di cibo e pochi giorni di riposo. Le autorità giapponesi terranno una cerimonia commemorativa annuale per i lavoratori della miniera.
La promessa
La delegazione sudcoreana ha richiesto che il Giappone rispetti la promessa di rappresentare fedelmente la storia e contribuisca a migliorare le relazioni bilaterali. La Corea del Sud ha dichiarato che molti coreani portati in Giappone durante la colonizzazione tra il 1910 e il 1945 furono costretti ai lavori forzati nella miniera. Gli storici sostengono che il Giappone abbia utilizzato centinaia di migliaia di lavoratori coreani nelle miniere e fabbriche per compensare la carenza di manodopera durante la guerra. Sado era uno di questi siti. Il governo giapponese è stato criticato per la sua riluttanza a discutere delle atrocità commesse in tempo di guerra. L’International Council on Monuments and Sites ha chiesto al Giappone di fornire un resoconto più completo delle miniere di Sado, indicando che il sito dovrebbe riflettere la storia completa della miniera.