Oggi a Roma si incontreranno il direttore del Mossad David Barnea, quello della Cia William Burns, il premier del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal. Un vertice, tra i tanti susseguiti finora, per discutere di una possibile tregua in Medio Oriente e soprattutto per trovare un accordo per la liberazione degli ostaggi. I negoziati nella capitale italiana non dovrebbero portare soluzioni, ma “strategie” per arrivarci, come sostengono soprattutto i negoziatori israeliani e americani. Il premier Netanyahu, che ha incontrato sia il Presidente Biden che l’ex Presidente Trump, non intende cedere su alcuni punti: l’istituzione di un meccanismo per monitorare il movimento di armi e militanti palestinesi dal sud al nord della Striscia e il mantenimento del controllo israeliano del “Corridoio Filadelfia“, la striscia di terra tra Gaza e l’Egitto da cui in questi anni Hamas ha contrabbandato armi e mezzi nell’enclave. Il Corridoio, secondo il governo israeliano, va chiuso mentre il Valico di Rafah potrebbe passare sotto il controllo di europei e palestinesi. “Netanyahu – ha spiegato una fonte israeliana – vuole un accordo che non può essere raggiunto. In questo momento non è pronto a muoversi, quindi potremmo finire in una crisi dei negoziati piuttosto che in un accordo”. Anche un’altra fonte negoziale, citata da Haaretz, ha parlato di crescenti tensioni tra Netanyahu e il team incaricato dei colloqui. “Il premier – ha detto al quotidiano – sta consapevolmente cercando di mettere in crisi i negoziati perché pensa di poter migliorare le posizioni. Questo significa correre un rischio non calcolato con la vita degli ostaggi”.
Strage di Deir al-Balah
Hamas ha condannato il raid israeliano su una scuola di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, costato la vita ad almeno trenta persone e un centinaio sono rimaste ferite. “Il massacro della scuola di Khadija è un crimine che conferma il disprezzo di Israele di qualsiasi valore umano, e contrario ad ogni diritto di guerra”, si legge nel comunicato diffuso da Hamas. E poi: “L’occupazione continua a commettere massacri contro i civili senza alcuna deterrenza e con la copertura criminale fornita dall’amministrazione americana. Invitiamo la comunità internazionale e le Nazioni Unite a rompere la politica del silenzio e ad adottare misure per costringere l’occupazione a porre fine ai suoi crimini”. Mentre le Brigate Qassam hanno dichiarato di aver ucciso soldati israeliani a Gaza City. Riguardo l’attacco alla scuola le Forze di difesa israeliane (Idf), hanno riferito che nel complesso era insediato un centro di comando e controllo di Hamas. Secondo l’Idf, l’attacco ha ucciso alcuni militanti di Hamas nascosti nella scuola delle Nazioni Unite, utilizzata come rifugio per i palestinesi sfollati. L’esercito ha affermato che la sala di comando è stata utilizzata dagli agenti di Hamas per pianificare e portare a termine attacchi contro le truppe dell’Idf a Gaza e contro Israele. Inoltre, le forze israeliane hanno dichiarato che il sito veniva utilizzato per sviluppare e immagazzinare armamenti. Per mitigare i danni ai civili, l’Idf ha affermato di aver adottato “molte misure”, tra cui l’uso di “munizioni adattate al tipo di attacco”, sorveglianza aerea e altre attività di intelligence.
Si diffondono malattie
Il virus della poliomelite è stato rilevato nella Striscia di Gaza nelle acque reflue dopo nove mesi ininterrotti di guerra e di crisi umanitaria: una potenziale emergenza che si sovrappone, fra le altre cose, a diarrea, malattie respiratorie ed epatite a, a fronte di malnutrizione, fame, di un accesso limitato ad acqua pulita e dell’incapacità delle strutture sanitarie di funzionare. A denunciarlo è il direttore generale dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Ghebreyesus, che in una lettera al quotidiano The Guardian annuncia l’invio a Gaza di oltre un milione di vaccini anti-polio e chiede un immediato cessate il fuoco e una ripresa consistente degli aiuti umanitari per poterli somministrare.