Le intimazioni ai danni degli amministratori sono, purtroppo, una triste realtà con la quale si deve fare i conto. Tanto che in attuazione dell’art. 6 della Legge 105 del 2017, è stato istituito, presso il Ministero dell’Interno, l’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, composto da rappresentanti di Viminale, ministero della Giustizia, ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca, Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e Unione province d’Italia (Upi), che si avvale di un organismo tecnico di supporto che opera presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Nelle scorse settimane il sindaco del Comune di Verzino, nel crotonese, Pino Cozza, e uno degli assessori, Filomena Pontieri, si sono visti recapitare un proiettile calibro 7,65 ciascuno.
Le parlamentari Elisabetta Barbuto e Margherita Corrado hanno fatto giungere ai diretti interessati la loro solidarietà: “Si tratta – affermano – di un chiaro ed evidente mezzo intimidatorio di stile mafioso che rievoca la sinistra presenza della criminalità organizzata nelle nostre zone ed il costante tentativo della stessa di controllare il territorio e indirizzare ogni attività nel proprio interesse e non già nell’interesse della collettività”.
“Nell’auspicio che le forze dell’ordine riescano, in seguito alle indagini, ad individuare l’autore dell’ignobile e delinquenziale gesto – proseguono le due parlamentari – vogliamo sottolineare quanto sia fondamentale che gli amministratori locali, nel proseguire la quotidiana lotta per la gestione della cosa pubblica all’insegna della trasparenza e della legalità, avvertano, al loro fianco, la vicinanza della cittadinanza. Per troppo tempo nelle nostre zone la prepotenza mafiosa è riuscita ad imporre le sue regole mostrando un volto bonario e apparentemente vicino ai problemi della gente che ha asservito al suo potere in cambio di favori e prebende, mentre ha utilizzato, per anni, altri metodi violenti per asservire chi non ha mai inteso accettare compromessi o soggiacere ai suoi diktat”.
Per Elisabetta Barbuto e Margherita Corrado “solo la libertà che si conquista seguendo nella propria vita le regole dello Stato infatti, concludono le parlamentari, è sicura garanzia di una lotta senza quartiere alla mafia e alla mentalità mafiosa che ha oppresso e opprime la nostra terra e la nostra gente. È giunta l’ora di una rivoluzione culturale di cui nessuno deve avere paura. È giunta l’ora di non piegare la testa e di schierarsi come cittadini consapevoli dalla parte della legalità. Sempre. Senza paura”.