sabato, 16 Novembre, 2024
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Interfaccia profonda digitale – umano: nuove frontiere della società della conoscenza

I processi umani intergenerazionali si stanno trasformando in “intragenerazionali”, ma anche cross-generazionali, post-generazionali, sovra-generazionali e con molta visionaria narrazione, credo, si stai plasmando una “meta-generation”. La presenza nella vita sociale delle sequenze algoritmiche e loro affini dalla machine learning alla deep learning, dalle AI Generative a ChatGTP-4, cambia il paradigma del rapporto tra la persona umana e il digital human. Reti neurali artificiali, che nella fattispecie oscillano da quelle ricorrenti a quelle lineari, dall’application processing information a chatbox senza confini, dalle retro-propagazioni a reti neurali convulative, etc.. aprono nuovi scenari globali del pensiero critico.

Studi su chip “on brain” portano avanti sviluppi in merito a interconnessioni tra processi neurali legati al pensiero e alla tecnologia. “Poter interfacciarsi con la tecnologia non implicherà più l’utilizzo della voce o delle mani, perché basterà il pensiero. Queste ricerche potrebbero essere anche un’innovazione tecnologica senza pari…..gli smartphone saranno completamente sostituiti nel giro di qualche anno” (Claudia Manildo).

Qual è il rapporto reale e/o meta virtuale tra l’umano e il digitale? Quanto di algoritmico c’è nella sfera delle reti del comportamento culturale ed educativo nella società? Quanto di educativo e culturale umano c’è nella sfera delle reti algoritmiche? Padre Paolo Benanti ha evidenziato la semantica di un nuovo ragionamento quale quello dell’algoretica e dell’algocrazia. E allora, la sociologia della conoscenza integrata con il cognitivismo sociale può dare un contributo “esistenziale” sul futuro dimensionale della società che sarà?  Non è in discussione il Global Education Compact promosso da Papa Francesco oppure l’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile né il modello dell’inclusione pedagogica che Maria Montessori ci ha donato.

E’ riconnettere la generatività per abitare la natura e la società stessa che la ospita. Una nuova forma dell’abitare, un co-digital-housing, un’alleanza generativa tra AI, OI,  la persona umana e un’ecologia integrale profonda generativa.  Una nuova società della conoscenza si presenta, quella dell’intelligenza artificiale, del rapporto tra l’umano e il digital umano.  Si tratta di indagare “oltre il digital human”, oltre la sfera della dimensione digitale? Una nuova  “sfera” di ricerca psicosociale che potrebbe acquisire la dizione di “deepmeta-dihum” (deep meta digital interface human = interfaccia profonda oltre la relazione tra il digitale e la persona umana),  un nuovo umanesimo che sia oltre il rapporto tra l’uomo e il dispositivo. Ecco l’importanza delle sociologie della conoscenza e dell’AI che abbiano il timone della ricerca sullo sviluppo umano integrale della persona per sempre e ovunque.

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