“L’aggressione russa viola i più basilari princìpi della coesistenza tra Stati”. Questo il monito che fa giungere da Rio de Janeiro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo quarto giorno del viaggio istituzionale. Durante la visita al Cebri – Centro Brasiliano per le Relazioni Internazionali, ha tenuto un intervento parlando del conflitto in atto nel Vecchio Continente: “L’attacco della Russia mina i pilastri dell’ordine internazionale. Non possiamo ignorare l’urgente necessità di fermare questo conflitto”. Continuando sull’argomento, il Capo dello Stato ha messo l’accento sulle nuove generazioni: “I giovani in Europa sono profondamente colpiti dalla recente guerra in Ucraina. Per loro, l’idea di guerra sembra distante dalla realtà storica. È essenziale evitare il ritorno a concetti arcaici del passato. Ciò richiede nuovi leader nella scena internazionale”.
Sempre sul tema dei conflitti, Mattarella ha parlato anche di quello in Medio Oriente che “ha recentemente visto atti tragici da parte di Hamas contro civili israeliani e un inaccettabile massacro di civili palestinesi. Le soluzioni efficaci possono essere trovate solo attraverso accordi politici e un rinnovato impegno delle Nazioni Unite”.
L’Onu
Proprio l’Onu, secondo il Presidente, deve essere oggetto di riforma, e Italia e Brasile non possono restare in disparte, anzi “devono dedicare la giusta attenzione alle proposte di rinnovamento delle Nazioni Unite e delle Istituzioni Finanziarie Internazionali. Entrambi i Paesi propongono soluzioni diverse ma ciò che spesso non viene detto è che entrambe le proposte partono da una valutazione condivisa: l’inadeguatezza delle strutture concepite ottant’anni fa”.
L’immigrazione
Dai conflitti si è passati all’immigrazione. Per l’inquilino del Quirinale “il 150° anniversario della migrazione italiana in Brasile rappresenta un momento significativo nel rapporto tra i nostri Paesi. Il Brasile non solo dimostra civiltà attraverso l’accoglienza e l’integrazione, ma anche grazie alla capacità di far diventare cittadini brasiliani persone provenienti da diverse parti del mondo”. Durante il discorso sull’immigrazione ha citato anche un aneddoto che lo ha coinvolto in prima persona: “Recentemente, un Presidente di una Repubblica europea mi ha detto: ‘Noi stiamo difendendo l’identità genuina e autentica degli europei’. In risposta, ho sottolineato che sin dai tempi dell’Impero Romano, l’Europa ha subito migrazioni e invasioni. Il Brasile costituisce un esempio di come la diversità possa arricchire e rafforzare l’identità nazionale, offrendo un modello di integrazione che merita di essere seguito”.
Proprio l’emigrazione ha creato, secondo il Presidente, quel legame tra le due nazioni: “Le relazioni di amicizia che manteniamo rappresentano un patrimonio condiviso, arricchito dal contributo di oltre 800mila italiani residenti qui e dalla più grande comunità di italo-discendenti nel mondo. Siamo grati al Parlamento brasiliano per aver istituito il 21 febbraio come Giornata del Migrante Italiano”. “Le evidenti affinità – ha continuato – e somiglianze tra i nostri popoli potrebbero essere considerate un aspetto secondario nei rapporti internazionali, ma assumono ora una nuova rilevanza. I valori fondamentali che uniscono i nostri due popoli sono la ricerca della libertà, il sostegno per una società equa e inclusiva, e il rispetto dello Stato di diritto e della democrazia. Il Brasile si distingue come uno dei principali protagonisti nel panorama delle democrazie globali. Dobbiamo interrogarci sul ruolo e sulla responsabilità delle democrazie nel mondo”. Democrazie che, citando Papa Francesco, Mattarella ha definito “non in buona salute”. Proprio su questa scia “a Roma si sta già organizzando la XII Conferenza Italia-America Latina e Caraibi del 2025, un’importante occasione di dialogo e consolidamento delle relazioni tra le nostre nazioni”.
Crisi alimentare
Mattarella ha proseguito parlando della crisi alimentare: “L’America Latina, l’Europa e i Paesi africani, possono collaborare a livello multilaterale e promuovere iniziative per sviluppare sistemi alimentari più sostenibili. La sicurezza alimentare è una precondizione fondamentale per garantire i diritti di libertà. La crisi climatica e i conflitti hanno aggravato la situazione di milioni di persone. La pandemia e le guerre hanno aumentato il numero di persone malnutrite, che oggi sono 120 milioni in più di quante ve ne erano nel 2019” ha concluso il Presidente.