giovedì, 22 Agosto, 2024
Ambiente

Crisi del clima nel Pantanal brasiliano, incendi divorano l’intera area e milioni di animali

Il Pantanal, la più grande zona umida del Pianeta situata tra Brasile, Paraguay e Bolivia, è attualmente colpita da devastanti incendi che stanno provocando una strage di proporzioni drammatiche. La situazione corrente è persino peggiore rispetto al disastro del 2020, considerato l’anno più catastrofico per questa regione.

L’area sinora colpita dagli incendi supera i 760.000 ettari, un dato preoccupante che indica una crescita del 2.000% rispetto all’anno precedente. Nel 2020, tali roghi avevano già causato la morte di circa 17 milioni di animali vertebrati, un numero terrificante che mette in luce l’enorme perdita di biodiversità che queste fiamme possono determinare.

“Chi” brucia le foreste

La stagione degli incendi, solitamente tra luglio e settembre, ha avuto inizio già a maggio, generando allarmi precoci riguardo alla devastazione imminente. Ma oltre ai fattori naturali come i fulmini, sono proprio gli allevatori di bestiame ad alimentare le fiamme, bruciando vasti appezzamenti di foresta per espandere le loro attività. Questa pratica, diffusa in particolare sul 90% del territorio privato del Pantanal destinato agli allevamenti, contribuisce ad accelerare la distruzione dell’habitat naturale.

A rischio estinzione anche flora e fauna

Il Pantanal, fortemente minacciato dalla crisi climatica in corso, ha già perso il 70% delle sue zone umide e risente di una significativa carenza di pioggia. Tali condizioni favoriscono la propagazione degli incendi, resi sempre più pericolosi dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e dalle attività antropiche che generano emissioni dannose per l’ambiente. Questa catastrofe non solo minaccia la vita di specie emblematiche come giaguari, nandù e ara giacinto (spettacolare pappagallo azzurro), ma mette a rischio l’esistenza di un ecosistema ricchissimo di flora e fauna uniche al mondo.

Ogni giorno centinaia di carcasse

Gli effetti deleteri degli incendi si abbattono in particolare su rettili, anfibi e invertebrati, incapaci di fuggire dall’avanzare delle fiamme, e su piante rare che contribuiscono alla ricchezza biologica dell’area. Il conteggio delle vittime si aggrava giorno dopo giorno, con centinaia di carcasse di animali recuperate dai soccorritori. Al termine di questa stagione degli incendi, si teme che la devastazione possa eguagliare quella tragica del 2020, evidenziando ancora una volta il ruolo predominante dell’essere umano nella distruzione di uno dei tesori naturali più preziosi della Terra.

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