domenica, 6 Ottobre, 2024
Esteri

Meloni, colloquio con Netanyahu per la situazione a Gaza e il cessate il fuoco

Un colloquio telefonico tra il premier Giorgia Meloni e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla situazione a Gaza e sui rischi di una escalation sul fronte libanese. A darne notizia è una nota di Palazzo Chigi. “Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu per fare il punto sulla situazione a Gaza e nella regione”, si fa presente nel comunicato di Palazzo Chigi in cui si rileva che “nel riconoscere il diritto all’autodifesa dello Stato di Israele, il presidente Meloni ha auspicato che si giunga al più presto a un cessate il fuoco sostenibile e al rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas in linea con la Risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza Onu e con l’azione di mediazione americana”.

Rafforzare l’assistenza umanitaria

La conversazione telefonica ha anche fatto emergere la comune valutazione circa la necessità di “rafforzare l’assistenza umanitaria per la popolazione civile di Gaza e di evitare un incremento delle tensioni lungo il confine tra Israele e Libano, dove l’Italia è in prima linea per la stabilità dell’area attraverso la sua partecipazione alla missione Unifil”.

Idf, irruzione in sede Unrwa

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ieri confermano di aver lanciato una nuova operazione nel quartiere Tel al-Hawa di Gaza City durante la notte. L’operazione segue informazioni raccolte dall’intelligence sulle infrastrutture e gli agenti di Hamas e della Jihad islamica palestinese nella zona, spiega in una nota l’esercito. I militari israeliani, aggiunge, sono entrati del quartier generale dell’Unrwa nella zona dove le Idf avevano trovato un’importante infrastruttura di tunnel di Hamas e dove avevano ucciso e catturato numerosi uomini armati. Le Idf affermano di essere in possesso di informazioni di intelligence su nuove attività e infrastrutture di Hamas e della Jihad islamica nella città di Gaza, tra cui depositi di armi.

Ostaggi di torna a negoziare

Il sito web d’informazione Walla afferma che il direttore dell’ Agenzia di sicurezza israeliana (Shin Bet), Ronen Bar, sarà a capo della delegazione dello Stato ebraico sarà oggi al Cairo per prendere parte ai colloqui sull’accordo con Hamas per una tregua nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. Walla aggiunge che le trattative verteranno anche sul futuro controllo del valico di Rafah, tra l’ Egitto e l’enclave palestinese.

Hamas negoziato anche senza cessate il fuoco

Sugli ostaggi Hamas accetta di negoziare anche in assenza di un cessate il fuoco permanente, secondo quanto riferito da un alto funzionario della fazione palestinese che governa Gaza. Hamas aveva richiesto che Israele “accettasse un cessate il fuoco completo e permanente” per avviare i colloqui sullo scambio di ostaggi e porre fine alla guerra che durava da nove mesi, ha ricordato il funzionario, aggiungendo che “questo passaggio è stato aggirato, poichè i mediatori (del Qatar) hanno promesso che finchè fossero continuate le trattative sui prigionieri, il cessate il fuoco sarebbe continuato”.

Sanità e ospedali senza energia

L’Agenzia mondiale della sanità (Oms) torna a denunciare la grave carenza di carburante a Gaza che rappresenta un rischio “catastrofico” per il sistema sanitario dell’enclave palestinese”. Il fabbisogno dei servizi sanitari di Gaza è stimato in 80.000 litri al giorno”. ha dichiarato il capo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.“ La mancanza di carburante costringe le Nazioni Unite, compresa l’Oms e i loro partner a fare scelte impossibili”, si è rammaricato il capo dell’Oms. Gli ultimi 90.000 litri di carburante entrati a Gaza sono stati assegnati “a ospedali chiave” come il Nasser Medical Center, l’ospedale Al-Amal a Khan Younis e un ospedale da campo kuwaitiano a Rafah.

Il carburante è stato fornito anche a 21 ambulanze gestite dalla Società della Mezzaluna Rossa Palestinese per “prevenire la completa interruzione dei servizi”, ha detto ancora. “Non lo ripeteremo mai abbastanza: Gaza non può più perdere gli ospedali”, ha insistito, ribadendo il suo appello per la riapertura del valico umanitario di Rafah”. La carenza di carburante è ricorrente nell’enclave assediata, dove il carburante viene utilizzato per i generatori ospedalieri, per i veicoli umanitari e per le unità di desalinizzazione o per le panetterie, alcune delle quali operano con l’aiuto del Programma alimentare mondiale. Ma, avvertono gli operatori umanitari, mentre la situazione umanitaria rimane drammatica, se questa carenza di carburante continua, anche le panetterie rischiano di chiudere i battenti.

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