lunedì, 18 Novembre, 2024
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Coronavirus: Save the Children “sale rischio dispersione scolastica”

“Ci sono moltissimi bambini e ragazzi ancora disconnessi dalla propria scuola perché non riescono a seguire la didattica a distanza. L’impegno è rintracciare i tanti ragazzi invisibili per non isolarli, che significherebbe perdere apprendimento e correre il rischio di aumentare il numero di minori in dispersione scolastica”. Così Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, commentando i dati relativi all’indagine dell’organizzazione sull’impatto del Covid-19 sui bambini e sulle loro famiglie.

“L’altro dato – ha continuato – è l’aumento della povertà materiale. Moltissime famiglie, il 70%, hanno dovuto ridurre le spese alimentari e la richiesta d’aiuto aumenta. Il terzo aspetto – ha aggiunto – è quello psicologico e sociale. Molte mamme e donne in gravidanza vivono questo momento in isolamento. Accanto a questo problema ci sono molti altri aspetti relativi alla convivenza nelle famiglie. Il nostro impegno è aiutare genitori, bambini e ragazzi a vivere questo tempo in modo sereno”. “Non dobbiamo fare interventi frammentati – ha aggiunto – abbiamo bisogno di un piano nazionale che aiuti tutte le famiglie”.

In tema di didattica a distanza, secondo Milano, “con questa crisi abbiamo scoperto il ritardo. Il mondo della scuola si è mosso” ma “il problema dei bambini disconnessi è davvero un’emergenza. Il primo problema – ha spiegato – è dotare i bambini e i ragazzi degli strumenti necessari”.

Per Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis e presidente dell’European Statistical Governance Advisory Board, “questa crisi colpisce e distrugge capitale economico, umano e sociale. I numeri sono drammatici, un milione e 300 mila minori in povertà. È altamente probabile che la crisi aumenterà questo numero, a meno che Stato e settore privato scelgano una ripartenza che coinvolga le persone attraverso opportunità occupazionali”. “Abbiamo avanzato la proposta – ha continuato – di istituire un reddito di emergenza che è un reddito di cittadinanza semplificato e che dovrebbe consentire a chi oggi non beneficia di altri ammortizzatori sociali di essere sostenuto. È un’occasione per agganciare tantissime persone che ne sono fuori. Poi bisogna domandarsi come fare a integrare quelle persone nella vita sociale ed economica del Paese. Il terzo settore può giocare un ruolo fondamentale. La crisi sta mettendo in difficoltà le organizzazioni di volontariato e di cittadinanza. Dobbiamo pensare a interventi che le aiutino”.

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