Il cosiddetto “Decreto disabilità” appena entrato in vigore ha introdotto alcune sostanziali novità. Innanzitutto, parte da una nuova definizione di disabilità ispirata ai principi di autodeterminazione e non discriminazione della Convenzione ONU. Poi, da un diverso approccio terminologico con l’eliminazione del termine “handicap”, sostituito dall’espressione “condizione di disabilità”, riflettendo un’evoluzione del linguaggio e ponendo l’accento sull’uguaglianza e sull’inclusione.
E’ previsto anche un nuovo processo di valutazione dell’invalidità in due fasi (valutazione di base gestita dall’INPS e valutazione multidimensionale con professionisti del settore sanitario e sociale.) e l’adozione della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF), oltre alla Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) per garantire uniformità nella valutazione della disabilità.
Dal 1° gennaio 2026 l’INPS sarà responsabile della procedura valutativa di base per il riconoscimento della condizione di disabilità, assicurando coerenza e uniformità a livello nazionale, rilasciando un certificato unico che attesti la condizione di disabilità, facilitando così l’accesso alle prestazioni e ai servizi disponibili.
L’impatto delle nuove disposizioni nel mondo del lavoro
Le novità introdotte offrono strumenti di supporto al lavoro quotidiano come head hunter specializzati nelle categorie protette. La standardizzazione del processo di valutazione e il nuovo certificato possono portare all’identificazione e comprensione più rapida delle specifiche esigenze e delle capacità dei candidati, agevolando la loro corretta collocazione professionale. Questi strumenti possono migliorare la capacità di supportare sia i candidati sia le aziende, garantendo un matching più preciso e soddisfacente per entrambe le parti.
“L’introduzione del Decreto Disabilità 2024 – commenta Andrea Torresan, Executive Director di Inclusyon, la società di ricerca e selezione specializzata nel recruiting di personale qualificato appartenente alle categorie protette – ha tra i suoi obiettivi quello di stabilire standard più inclusivi e rispettosi. La nuova definizione di disabilità, ispirata ai principi della Convenzione ONU, riconosce pienamente l’autodeterminazione delle persone, promuovendo un approccio non discriminatorio e più centrato sulla persona. Questo cambiamento terminologico da ‘handicap’ a ‘condizione di disabilità’ riflette un progresso notevole nel linguaggio, che influisce direttamente sulla percezione sociale della disabilità.”
Secondo Torresan l’introduzione di un processo valutativo in due fasi rappresenta un miglioramento critico, perché “il nuovo approccio permette una valutazione più approfondita e personalizzata, prendendo in considerazione sia gli aspetti sanitari che sociali delle condizioni di disabilità. L’adozione di standard internazionali come l’ICF l’ICD garantisce un approccio uniforme e coerente alla valutazione, il che è fondamentale per l’equità.” “Le novità introdotte – aggiunge Torresan, ci consentiranno di operare con maggiore efficienza e di concentrarci su ciò che è più importante: il potenziamento delle persone e il loro successo professionale”.