Dopo una campagna elettorale segnata dall’aumento dei discorsi d’odio, domenica gli elettori francesi hanno portato il Rassemblement National (RN) al primo posto nel primo turno delle elezioni anticipate, avvicinando il partito di Le Pen al potere. Il RN e i suoi alleati hanno ottenuto un terzo dei voti, superando di cinque punti la coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare e di 12 punti l’alleanza di governo di Macron. Il partito ha vinto in 296 delle 577 circoscrizioni, ottenendo il 50% dei voti in 39 di esse. La possibile vittoria della destra ha innescato intense trattative tra i partiti per fermare Le Pen.
L’importanza di queste elezioni
Il voto anticipato di domenica è seguito alla decisione di Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale, rivelatasi un errore strategico. Stéphane Fournier, dell’Istituto di sondaggi Cluster 17, ha osservato che l’elevata affluenza alle urne (66,7%) evidenzia l’importanza di queste elezioni, con un terzo degli elettori favorevole a un governo di estrema destra. Gli alleati del Partito Comunista e Jean-Luc Mélenchon di La France Insoumise hanno scelto di ritirare i candidati terzi classificati per evitare di frammentare il voto anti-Le Pen. Gli alleati di Macron, invece, si sono mostrati meno inclini a sostenere i candidati di sinistra. Il primo ministro Attal ha dichiarato che il partito ritirerà i candidati terzi classificati solo se “condividono i nostri valori repubblicani”, escludendo quindi La France insoumise. Yaël Braun-Pivet ha sottolineato che le decisioni saranno prese “caso per caso”. Bruno Le Maire ha ribadito che non ci sarà alcun sostegno a Mélenchon, provocando indignazione nella sinistra. Marine Tondelier dei Verdi ha criticato la “codardia” del governo. Alcuni candidati governativi, come Dominique Faure, hanno deciso di non ritirarsi. Un sondaggio Odoxa ha rivelato una crescente esitazione tra gli elettori di sinistra nel sostenere i candidati di Macron.