Il governo boliviano ha comunicato giovedì l’arresto di 17 persone, inclusi militari attivi e in pensione, oltre a civili, in relazione al tentato colpo di stato contro il presidente Luis Arce avvenuto mercoledì. “In totale sono state arrestate 17 persone per aver cercato di realizzare un colpo di stato nel nostro paese”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Eduardo del Castillo durante una conferenza stampa.
Gli arresti
Tra gli arrestati figura il generale boliviano Juan Jose Zuniga Macias, accusato di aver pianificato il colpo di stato dopo aver tentato di entrare con la forza nel palazzo presidenziale di La Paz utilizzando un carro armato. Del Castillo ha confermato che Zuniga, insieme all’ex capo della marina Juan Arnez Salvador, guidava il gruppo di cospiratori intenzionati a rovesciare un governo democraticamente eletto, e che rischiano pene detentive dai 15 ai 30 anni. Secondo il ministro, il giorno precedente alla rivolta militare, Arce aveva informato il capo dell’esercito che sarebbe stato rimosso dall’incarico a causa del suo comportamento “non conforme alla costituzione politica”, in seguito a numerosi attacchi del generale contro l’ex presidente Evo Morales. Zuniga ha respinto le accuse, affermando che Arce avrebbe orchestrato il colpo di stato per aumentare la propria popolarità. La Bolivia è attualmente immersa in una crisi politica che coinvolge il partito al governo, Movimiento al Socialismo, e l’ex presidente Morales. La crisi è alimentata dalla rivalità tra quest’ultimo e Arce, entrambi desiderosi di candidarsi alle elezioni generali del 2025. Il tentato colpo di stato è stato condannato dalla maggior parte dei paesi dell’America Latina, tra cui Ecuador, Uruguay, Paraguay, Brasile, Cile, Colombia e Messico.