La Cina ha espulso, giovedì, due ex ministri della Difesa dal Partito Comunista al potere per presunta corruzione, segnando l’ultimo episodio di una repressione che ha colpito l’élite del Paese. Le azioni contro Li Shangfu e il suo predecessore Wei Fenghe fanno seguito a una serie di cambiamenti ai vertici dell’esercito più grande del mondo. Li è stato rimosso dal suo incarico l’anno scorso dopo essere scomparso senza spiegazioni. Questa epurazione avviene mentre Pechino si confronta con gli Stati Uniti sulla questione di Taiwan e il presidente Xi Jinping consolida ulteriormente la sua leadership. I due ex ministri, Li e Wei, sono stati allontanati dalla leadership del partito per “grave violazione della disciplina del partito e della legge”. Entrambi sono stati privati delle loro qualifiche di delegati al 20° Congresso nazionale del PCC.
azioni estremamente gravi
L’agenzia di stampa Xinhua ha dichiarato che l’agenzia disciplinare e di supervisione del partito ha avviato un’indagine su Li nell’agosto dello scorso anno, scoprendo che aveva “violato gravemente la disciplina politica e organizzativa”. Li, che è diventato segretario alla Difesa lo scorso marzo, mentre Xi iniziava un terzo mandato senza precedenti, è scomparso dalla scena pubblica per mesi alla fine di agosto. La sua improvvisa rimozione dal ruolo di ministro della Difesa è stata poi annunciata lo scorso ottobre, mesi dopo la sua scomparsa che aveva generato ampie speculazioni sul suo destino. In quel momento, Li fu anche privato del titolo di consigliere di stato, una mossa rara per eliminare funzionari di alto rango del Partito comunista. Anche Wei, che ha preceduto Li come ministro della Difesa, è stato accusato giovedì di “accettare denaro e regali in violazione delle norme pertinenti”. Essendo entrambi funzionari di alto livello del partito e dell’esercito, le loro azioni sono state definite “di natura estremamente grave, con un impatto altamente dannoso e un danno tremendo”, dai media statali.