Alla fine del 2023 i portafogli azionari e delle obbligazioni societarie mostrano punteggi di sostenibilità aggregati migliori degli indici di riferimento. L’intensità carbonica media ponderata degli investimenti azionari in euro è diminuita del 4 per cento rispetto al 2022 ed è inferiore del 38 per cento nel confronto con l’indice di mercato preso come riferimento. Risultati analoghi sono stati raggiunti anche per le obbligazioni societarie in euro (11 e 32 per cento, rispettivamente).
Obbligazioni Verdi
Il rapporto sottolinea come nel 2023 sia cresciuto il peso delle obbligazioni verdi tra gli investimenti in titoli di Stato e in quelli emessi da organismi sovranazionali nei portafogli detenuti da Bankitalia. Nel portafoglio finanziario le obbligazioni verdi costituiscono il 4 per cento degli investimenti in titoli di Stato (2,8 nel 2022) e il 24 per cento degli investimenti in titoli di organizzazioni internazionali e agenzie (20,5 nel 2022). Per quanto riguarda i portafogli di azioni e obbligazioni societarie, la strategia di investimento adottata dalla Banca d’Italia “favorisce, all’interno di ciascun settore, le imprese con le migliori prassi Esg e quelle più impegnate nella transizione climatica (strategia best-in-class)”. Per mitigare il rischio di transizione del portafoglio e per non penalizzare le aziende dei settori responsabili di rilevanti emissioni di gas serra più attive nella decarbonizzazione dei propri processi, l’Istituto “pone specifica attenzione agli indicatori prospettici e non solo al livello delle emissioni degli anni precedenti”.
Obiettivi di breve e medio periodo
Bankitalia ritiene “preferibile non esplicitare obiettivi climatici di breve e medio periodo per i propri portafogli, pur rimanendo convintamente impegnata a operare nell’ambito delle sue competenze per il conseguimento di quelli dell’Accordo di Parigi e a rispettare la legislazione europea in materia di clima e ambiente”. È quanto emerge dal Rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici della banca d’Italia rilasciato ieri. Il motivo: l’effettivo conseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi edi quelli di neutralità climatica entro il 2050 stabiliti dall’Unione europea sono condizionati da troppi fattori, dal rispetto degli impegni dichiarati dalle imprese e dagli Stati nei cui titoli l’Istituto investe alle scelte degli altri partecipanti ai mercati finanziari fino ai “progressi della ricerca sul tema della relazione tra scelte di investimento degli operatori finanziari e strategie climatiche delle imprese non finanziarie”, si legge nel documento.
Bankitalia rimane comunque “impegnata a rivedere periodicamente la strategia di investimento per assicurare che contribuisca, nel rispetto del mandato istituzionale, al perseguimento” di questi obiettivi climatici.