mercoledì, 3 Luglio, 2024
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Stanchezza fattore rischio sul lavoro. La giornata europea del riposo sul lavoro

Il mancato riposo è la principale causa degli incidenti cui sono esposti i conducenti di mezzi pubblici, camion, autobus e pullman, tanto che proprio la stanchezza del conducente è ampiamente riconosciuta come un importante fattore di rischio che riduce non solo la sicurezza stradale ma anche quella di altri tipi di trasporto pubblico e costituisce una minaccia non solo per i conducenti, ma per tutti gli utenti.

Il tema è stato riproposto per il secondo anno consecutivo in Europa in coincidenza del primo giorno dell’estate, il 21 giugno, richiamando l’attenzione proprio sul rischio “Fattore Umano” alla base di questa delicata condizione cui decine di migliaia di lavoratori sono coinvolti ed ancora inconsapevoli dei rimedi da porre in essere.

Poiché la stanchezza è definita in diversi modi, alcuni conducenti non ne conoscono i sintomi e possono anche non rendersi conto di essere stanchi fino a quando non si verifica un incidente. Tuttavia, molte definizioni condividono l’idea che la stanchezza è uno stato causato da uno sforzo prolungato. È una situazione che si manifesta sul piano fisiologico, cognitivo ed emotivo riducendo le capacità fisiche e mentali dei conducenti con conseguenze come perdita di controllo del mezzo loro affidato, tempi di reazione ridotti, incapacità di controllare la velocità, distrazione e mancata percezione del rischio. Sentirsi stanchi non è una decisione consapevole o pianificata, ma piuttosto un processo psicofisico autonomico. Gli incidenti dovuti alla stanchezza sono spesso caratterizzati da una significativa perdita di controllo che determina l’assenza di risposta frenante.

Benché esistano molteplici possibili ragioni all’origine della stanchezza alla guida, gli studi esistenti si concentrano principalmente su alcune delle cause, sottolinea l’Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali, OSMOA, dell’Università degli Studi di Salerno, trascurando altri importanti fattori tra cui la mancanza di sonno, la scarsa qualità del sonno e le condizioni specifiche per poter dormire.

Tuttavia, la stanchezza dipende anche da un impegno prolungato in compiti semplici o da un impegno breve per svolgere compiti molto complessi. Sia il sovraccarico cognitivo che un carico cognitivo insufficiente possono generare stanchezza. Un motivo legato all’attività che viene spesso menzionato per il ruolo che svolge tra i conducenti professionali è la mancanza di stimoli durante la guida.

Come emerge dalle nostre conoscenze, le condizioni di occupazione e di lavoro dei conducenti sono difficili. L’analisi dei dati mostra che più lungo è l’orario di lavoro più i conducenti si sentono stanchi. Tra i principali motivi dell’orario prolungato vanno annoverati la retribuzione bassa dei conducenti di autobus e camion e la possibilità che la regolamentazione lascia agli operatori di ridurre il tempo di riposo dei conducenti a nove ore. D’altronde, la stanchezza può essere spesso direttamente legata al tempo trascorso per svolgere un determinato compito.

Per gli autisti di autobus, sia il contatto costante con i passeggeri che il livello di rumore generato dai passeggeri nel veicolo sono fonti di stress che contribuiscono alla stanchezza. Lunghe ore di lavoro e lunghi periodi di lavoro senza giorni di riposo costringono i conducenti a dormire meno ore del necessario. Anche una ricorrente mancanza di sonno aumenta il rischio di stanchezza. La perdita di sonno e l’accumulo di ore di sonno arretrato, così come le continue ore di veglia rappresentano fattori di rischio di incidenti.

L’interruzione e la scarsa qualità del sonno sono altrettanti problemi che possono derivare, tra l’altro, dall’interruzione dei tempi di riposo (come, ad esempio, nel caso della cosiddetta deroga traghetto/treno), dall’apnea del sonno, dal rumore eccessivo e dall’ansia dei conducenti per la propria sicurezza durante il riposo.

L’effetto dell’“ora del giorno” è uno dei principali fattori che concorrono alla stanchezza. La sensazione di stanchezza può essere collegata al ritmo circadiano del corpo. Orari di lavoro irregolari, turni e variazioni frequenti dell’organizzazione lavoro-riposo, orario continuato e lavoro notturno non sono compatibili con i ritmi circadiani e determinano schemi di sonno irregolari tanto che questo effetto si ripercuote anche sui diversi tassi di incidenti a seconda della fase del giorno.

Altri problemi includono gli orari di lavoro imprevedibili e la comunicazione tardiva dei turni che non lascia spazio per potersi organizzare come la pressione da parte dei datori di lavoro o dei clienti è indicata come un fattore importante che concorre alla stanchezza.

I tempi stretti e le esigenze di programmazione limitano le possibilità per i conducenti di reagire alla stanchezza, e spesso incidono negativamente sulle pause e sui tempi di riposo. Da quanto evidenzia OSMOA, risulta che una grande percentuale di conducenti, soprattutto di autobus, avrebbero voluto fare una sosta non prevista, per via della stanchezza, e prendersi una pausa ma in realtà non hanno potuto.

Le pause non programmate, infatti,  sono quasi impossibili con i passeggeri a bordo. Inoltre, le pause spesso non sono effettuate in modo adeguato, anche a causa delle mansioni che i conducenti devono svolgere quando sono in pausa. D’altronde, anche la pressione dovuta alla puntualità è una delle cause importanti per cui le pause vengono ridotte o completamente saltate.

Nel trasporto stradale di merci, visti i tempi spesso molto stretti, gli autotrasportatori di solito devono rispettare un’ora prestabilita per una consegna “just-in-time”, anziché avere un margine di tempo maggiore.

Le misure per prevenire o porre rimedio alla stanchezza alla guida in tutti i settore del trasporto, possono riguardare, a vario titolo, i conducenti, le imprese di trasporto, la legislazione e l’applicazione, le infrastrutture stradali e la progettazione dei veicoli. Spesso, tuttavia, le uniche contromisure raccomandate sono quelle destinate ai conducenti professionali, e di solito si tratta di misure autogestite tra cui la più efficace per rimediare alla stanchezza è il riposo che include il sonno.

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