Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ordinato al nuovo capo della Guardia di Stato ucraina, il colonnello Oleksiy Morozov, di “ripulirne” i ranghi dopo che due dei suoi ufficiali sono stati accusati di aver complottato per assassinare alti funzionari, il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov e lo stesso Zelensky. Il servizio di guardia fornisce la scorta a diverse importanti figure di governo. Intanto si alza la tensione tra Mosca e Washington dopo i bambini uccisi in una spiaggia della Crimea con l’utilizzo da parte delle forze ucraine di missili Atacms americani. Il ministero degli Esteri russo ritiene direttamente responsabile gli Stati Uniti e ha convocato l’ambasciatore americano, ma il Pentagono ha risposto che l’Ucraina “prende le proprie decisioni” in autonomia e Kiev ha sottolineato che la Crimea è da considerare zona di guerra e non luogo di villeggiatura. Il ministro Lavrov, in visita in Bielorussia, ha definito quello di Sebastopoli “un attacco terroristico” e poi ha aggiunto: “C’è stato un altro attacco terroristico parallelo, in Daghestan. Ci sono delle vittime. Le autorità competenti stanno facendo di tutto per identificare rapidamente le menti. Non dubitiamo del coinvolgimento degli Stati Uniti e delle loro cariche ucraine. Le armi fornite dagli Stati Uniti in Ucraina “non possono essere utilizzate senza la partecipazione diretta dell’esercito americano, comprese le capacità satellitari”.
Tajani: contrarissimi all’invio di truppe
Da Kiev il ministro degli Esteri ucraino Kuleba è tornato a chiedere ai paesi europei “un maggior numero di sistemi missilistici Patriot e Samp/T”. Questo anche perché le forze russe, nelle ultime ore, avrebbero colpito un grande centro logistico ucraino dove erano immagazzinate armi e missili di fabbricazione occidentale. I russi hanno anche colpito infrastrutture civili a Odessa, città vitale per le esportazioni ucraine. Anche i ministri dei paesi baltici, a margine del Consiglio Ue esteri, di ieri mattina, hanno sottolineato la necessità di agire per porre fine agli attacchi ibridi da parte della Russia, che si svolgono in una “zona grigia” appena sotto la soglia dell’azione militare e che mirano a destabilizzare i sostenitori dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen ha dichiarato che “c’è una pletora di azioni che hanno intrapreso contro i paesi europei”. Stessa richiesta dal ministro lituano, Gabrielius Landsbergis, secondo il quale ci sono “ampie prove” di attività maligne da parte della Russia. L’Italia, invece, è contraria a inviare truppe in Ucraina. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, proprio in un punto stampa a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo. “Inviare truppe in Ucraina mi sembra un errore, noi siamo contrarissimi a inviare truppe italiane a combattere in Ucraina. Un conto è aiutare l’Ucraina, un altro è mandare soldati italiani ed europei a combattere contro i russi”. Anche il candidato favorito, premier francese, del Rassemblement National (Rn) alle elezioni legislative anticipate del 30 giugno e del 7 luglio, Jordan Bardella, ha ribadito che intende confermare il sostegno della Francia all’Ucraina ma si opporrà all’invio di truppe e missili di lunga gittata a Kiev in caso di vittoria. E ieri anche il Presidente Macron, che aveva ripetutamente proposto l’idea di inviare truppe in Ucraina, sembra averci ripensato: “Non penso ci sia una guerra che arrivi sul nostro territorio – ha dichiarato – e non penso nemmeno che domani andremo a impegnarci sul suolo ucraino.”
Sanzioni e contro-sanzioni
L’Unione europea ha anche approvato il 14esimo pacchetto di sanzioni alla Russia e il piano per l’utilizzo di una prima tranche di profitti derivanti dai beni russi congelati per aiuti militari all’Ucraina, aggirando il blocco ungherese. L’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell ha detto che il blocco ha trovato un modo per utilizzare i fondi per acquistare armi e altri aiuti per l’Ucraina senza bisogno del consenso dell’Ungheria. Borrell ha spiegato che la prima tranche dei profitti – circa 1,4 miliardi di euro – dovrebbe essere disponibile la prossima settimana. Ma anche la Russia ha esteso l’elenco delle contro-sanzioni. A molti funzionari europei sarà vietato entrare nel Paese. L’elenco aggiornato comprende i rappresentanti delle forze dell’ordine, le organizzazioni governative e commerciali dei Paesi dell’Ue, i cittadini degli Stati membri dell’Ue responsabili della fornitura di assistenza militare a Kiev. Ci si trovano inoltre i dipendenti di organi statali dei Paesi dell’Ue coinvolti nel perseguimento di funzionari russi per “arresti illegali ed esportazione di persone dai territori ucraini”, impegnati nella creazione di un “tribunale contro la leadership russa”, sostenendo la confisca dei beni statali russi o l’uso di profitti da loro nell’interesse di Kiev, nonché responsabili dell’introduzione di sanzioni contro la Russia. “La Russia conferma che qualsiasi azione ostile da parte dei Paesi occidentali non rimarrà senza una risposta adeguata in futuro”.
L’incendio sospetto alla Diehl
Frasi che alimentano altri sospetti per l’incendio di una fabbrica dell’azienda tedesca produttrice di armamenti Diehl avvenuto il mese scorso alla periferia di Berlino. Gli investigatori tedeschi continuano a tenere aperte tutte le piste, mentre funzionari (anonimi) di agenzie di intelligence occidentali ritengono che si possa trattare di un sabotaggio organizzato dai russi allo scopo di interrompere la consegna di importanti armi e munizioni all’Ucraina. La fabbrica tedesca andata a fuoco appartiene alla Diehl Metal Applications, parte del Gruppo Diehl, un’azienda del settore della difesa.