Un nuovo invito alle istituzioni di tutti i Paesi in guerra (e non) affinché si lavori incessantemente per la pace. È quanto fatto ieri dal Papa dopo l’Angelus domenicale in Vaticano: “Lo Spirito Santo illumini le menti dei governanti e infonda in loro saggezza e senso di responsabilità per evitare ogni azione o parola che alimenti lo scontro e puntare invece con decisione ad una sola soluzione pacifica dei conflitti”, le parole di Bergoglio pronunciate ai fedeli, raccolti in piazza San Pietro in una Roma particolarmente uggiosa.
Dunque, il messaggio del Pontefice si inserisce nel continuo impegno della Chiesa per la promozione della pace. Non è la prima volta che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di proteggere i diritti umani e di costruire ponti di dialogo tra le diverse culture e nazioni: “Preghiamo per la pace, specialmente per la martoriata Ucraina, che soffre tanto. Per la Palestina, Israele, Gaza, il nord del Congo”, ha quindi aggiunto.
Il ricordo di Padre Blanco
Dopo l’Angelus il Vescovo di Roma ha voluto ricordare padre Manuel Blanco, prete francescano e suo confessore, da quasi 45 anni residente nella capitale, e scomparso venerdì scorso. Proprio per onorare la sua memoria, il Santo Padre ieri, di buon mattino, ha visitato la Chiesa dei Santi Quaranta Martiri, a Trastevere, dove ‘operava Blanco: “Ricordando lui vorrei fare memoria di tanti fratelli francescani confessori, predicatori, che hanno onorato e onorano la Chiesa di Roma”. Ha detto anche di aver visto, nel corso del tragitto, una bandiera di Israele su un balcone: “È una chiamata alla pace”.
Difficoltà da superare insieme
Ma di cosa ha parlato Francesco nel corso dell’Angelus? Ha offerto un profondo messaggio ai fedeli, richiamando la figura del Signore con i discepoli sulla barca nel lago di Tiberiade. “Gesù nell’Eucaristia ci riunisce attorno a sé, ci dona la sua parola, ci nutre con il suo corpo e il suo sangue, e poi ci invita a prendere il largo, per trasmettere a tutti quello che abbiamo sentito e condividere con tutti quello che abbiamo ricevuto, nella vita di ogni giorno, anche quando è difficile”. Il tutto per sottolineare che Gesù non risparmia ai suoi seguaci le difficoltà, ma è sempre presente per aiutarli ad affrontarle: “Così anche noi, superandole con il suo aiuto, impariamo sempre più a stringerci a lui, a fidarci della sua potenza, che va ben oltre le nostre capacità”, ha aggiunto. Ha quindi esortato i fedeli a superare le incertezze, le esitazioni, le chiusure e i preconcetti, con coraggio e grandezza di cuore, per proclamare che il Regno dei Cieli è presente e può crescere con Gesù al nostro fianco, oltre ogni barriera.
Il Papa ha quindi invitato tutti a trovare forza e serenità nella fede: “Chiediamoci, nei momenti di prova, so fare memoria delle volte in cui ho sperimentato, nella mia vita, la presenza e l’aiuto del Signore? Quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a lui, per ritrovare calma e pace, nella preghiera, nel silenzio, nell’ascolto della Parola, nell’adorazione e nella condivisione fraterna della fede?”. Insita la risposta, che prevede la presenza del Signore nei momenti più duri di ognuno.
Concludendo il suo messaggio, il Pontefice ha invocato l’esempio della Vergine Maria, che accolse con umiltà e coraggio la volontà di Dio: “Ci doni, nei momenti difficili, la serenità dell’abbandono in lui”.