La Corte Suprema iraniana ha annullato la condanna a morte di Toomaj Salehi, un rapper iraniano incarcerato per aver sostenuto le proteste antigovernative. Salehi era stato arrestato nell’ottobre 2022 dopo aver rilasciato dichiarazioni pubbliche in favore delle proteste scoppiate in Iran. Il suo legale, Amir Raesian, ha dichiarato che la Corte Suprema ha ordinato un nuovo processo, stabilendo che la precedente condanna a sei anni e tre mesi di carcere era in contrasto con le normative iraniane sui reati multipli e superava la pena legale. Salehi, 32 anni, era stato inizialmente condannato al carcere nel luglio 2023, evitando la pena capitale grazie a una sentenza della Corte Suprema. Tuttavia, nel gennaio successivo, il Tribunale Rivoluzionario di Isfahan lo ha accusato di nuovi reati, portando alla sua condanna a morte nell’aprile seguente per il reato di “corruzione sulla terra”. Il musicista è stato inoltre dichiarato colpevole di diversi altri crimini, tra cui assistenza nella sedizione, incitamento alla rivolta, collusione e propaganda contro lo Stato. Index on Censorship, un’organizzazione che ha collaborato con la famiglia di Salehi per ottenere il suo rilascio, ha accolto favorevolmente la decisione di annullare la condanna a morte, sottolineando l’importanza del rispetto dei suoi diritti. Il caso di Salehi è ora rinviato in tribunale per una nuova sentenza. Attraverso le sue canzoni e i suoi testi, Salehi è diventato noto per le sue critiche coraggiose contro i leader iraniani per la loro corruzione e la repressione del dissenso. Aveva espresso sostegno alle proteste del 2022, scatenate dalla morte di Mahsa Amini, una giovane donna curda iraniana, mentre era sotto custodia della polizia. Prima di questo evento, Salehi era già un artista affermato, noto per la sua franchezza. Pubblicava le sue canzoni sui social media poiché gli era vietato esibirsi in concerti.