Giovedì, una corte d’appello ha respinto la richiesta di Steve Bannon, ex consigliere di Trump, di evitare la prigione durante l’appello contro la sua condanna per oltraggio al Congresso. La Corte d’Appello del Distretto di Columbia, con una decisione 2-1, ha stabilito che le argomentazioni di Bannon non presentano una “questione sostanziale” di diritto che potrebbe ribaltare la sua condanna.
Condanna confermata
I giudici Cornelia Pillard e Bradley Garcia hanno affermato nell’ordinanza che “la proposta di Bannon, secondo cui il governo deve dimostrare che il testimone sapeva che la sua condotta era illegale, non può essere conciliata con l’approccio della Corte Suprema allo statuto.” Il giudice Justin Walker ha dissentito, sostenendo che le argomentazioni sullo stato d’animo di Bannon presentavano una “questione stretta” che avrebbe potuto essere decisa a suo favore dalla Corte Suprema. A Bannon è stato ordinato di presentarsi in prigione il 1° luglio. I suoi avvocati, in precedenti denunce al Circuito DC, avevano espresso l’intenzione di chiedere sollievo alla Corte Suprema se la corte d’appello avesse deciso contro di loro. La squadra di Bannon ha presentato senza successo una mozione d’emergenza l’11 giugno per annullare la sentenza di un tribunale inferiore che imponeva la sua incarcerazione a luglio. David Schoen, un avvocato che ha precedentemente rappresentato Bannon, ha dichiarato di aver “lasciato il caso martedì scorso” dopo la presentazione della mozione. A maggio, una corte d’appello ha confermato la condanna di Bannon per due capi d’accusa di oltraggio al Congresso, dopo che ha sfidato un mandato di comparizione per documenti relativi all’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. È stato giudicato colpevole nel 2022 e condannato a quattro mesi di prigione.