Incontri segreti tra funzionari israeliani e mediatori del Qatar per cercare di ritrovare un accordo per far cessare il fuoco nella Striscia di Gaza. Secondo l’agenzia di stampa Elaph l’incontro è stato incentrato in gran parte sulla messa a punto degli aspetti tecnici dello schema presentato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden il mese scorso, come il numero di ostaggi vivi che saranno rilasciati nella prima fase e la durata della stessa fase. Il Qatar starebbe continuando a fare pressione su Hamas perché accetti l’accordo. Nel frattempo il numero degli ostaggi vivi diventa sempre meno attendibile: potrebbero essere solo 50 secondo quanto rivela il Wall Street Journal. La stima sarebbe basata su dati dell’intelligence israeliana. Di contro 66 persone prese in ostaggio il 7 ottobre scorso dai terroristi palestinesi potrebbero essere morte; 25 in più di quanto il governo di Israele avrebbe valutato pubblicamente. Continuano intanto le manifestazioni in Israele guidate dai familiari degli ostaggi per fare pressioni sul governo affinché raggiunga un accordo per il rilascio delle persone sequestrate da Hamas. I partecipanti hanno bloccato l’autostrada Ayalon a Tel Aviv, nel quinto giorno della “Settimana dei disordini”.
Escalation nel Mediterraneo
Dopo che Hezbollah ha trasmesso le riprese di un suo drone sul nord di Israele, il Capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, tenente generale Herzi Halevi, ha affermato che i suoi militari “possiedono potenti capacità di cui il nemico conosce solo poco” e che saranno utilizzate “al momento giusto.” Halevi parlava alle truppe presso una batteria di difesa aerea dell’Iron Dome nel nord di Israele. E’ una risposta indiretta alle parole del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah che nei giorni scorsi aveva detto: “Diciamo che non vogliamo la guerra totale, perché la nostra lotta è un fronte di sostegno”, ma “siamo preparati allo scenario peggiore e Israele lo sa. Il nemico israeliano sa già cosa lo aspetta”. Secondo Nasrallah se Israele dovesse scatenare “una guerra totale” con il Libano, “la situazione nel Mediterraneo cambierà completamente.”
Cipro e Ue rispondono a Nasrallah
Anche il Presidente di Cipro, Nikos Christodoulidis, ha risposto alle minacce del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, dicendo che “Cipro non è in alcun modo coinvolta nelle ostilità”. Secondo il presidente, l’isola del Mediterraneo “è parte della soluzione e non del problema”. Nasrallah aveva messo in guardia Cipro dal mettere a disposizione di Israele i suoi aeroporti e le sue basi in caso di guerra con il movimento libanese alleato dell’Iran. “Aprire aeroporti e basi cipriote al nemico israeliano per prendere di mira il Libano significherebbe che il governo cipriota è parte della guerra e la resistenza lo considererà parte in guerra”, aveva detto Nasrallah in un discorso trasmesso dai media libanesi. “Cipro è uno Stato membro dell’Ue, ogni minaccia a Cipro è una minaccia a tutta l’Unione europea” ha aggiunto il portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea. “Seguiamo da vicino le tensioni fra Libano e Israele e diamo il benvenuto agli sforzi di Usa e Francia per calmare la situazione: è necessaria la de-escalation e l’Ue è in contatto con i rappresentanti del Libano e altri partner nella regione.”
A sud di Gaza distrutte le infrastrutture
A nord, ai confini con il Libano, continuano i raid reciproci. Uno dei comandanti della squadra d’élite Nukhba di Hamas è stato ucciso in un raid aereo a Beit Hanoun. Secondo l’Idf Ahmed Hassan Salameh a-Swarkeh ha comandato i terroristi che fecero irruzione nelle città israeliane il 7 ottobre e in seguito è stato uno degli organizzatori degli attacchi cecchini contro le forze israeliane. “Prima dell’attacco sono state prese misure per evitare danni ai civili. Nessun civile è stato ferito”, ha affermato l’esercito in un comunicato. A sud della Striscia, invece, secondo il sindaco della città, ha osservato che oltre il 70 per cento delle infrastrutture della città di Rafah è stato distrutto a causa delle operazioni militari israeliane. Il sindaco ha inoltre affermato che l’esercito israeliano sta distruggendo sistematicamente i quartieri residenziali e i campi profughi della città e dei suoi sobborghi.