venerdì, 28 Giugno, 2024
Società

Il Papa sui migranti: “Accogliamo e integriamo chi bussa alla nostra porta”

ll messaggio di Bergoglio in occasione della Giornata mondiale del rifugiato

Un pensiero affinché le nazioni promuovano accoglienza e integrazione. Questa la speranza di Papa Francesco il quale, nell’udienza generale alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dalle Nazioni Unite (che si onora oggi), ha riservato un suo pensiero proprio a chi fugge in cerca di una vita migliore. “Possa essere l’occasione” – ha proseguito il Pontefice – “per rivolgere uno sguardo attento e fraterno a tutti coloro che sono costretti a fuggire dalle loro case, in cerca di pace e di sicurezza. Siamo tutti chiamati ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte. Prego affinché gli Stati si adoperino ad assicurare ai rifugiati condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione”.

La parte centrale del suo discorso, Bergoglio l’ha riservata al ‘Libro dei Salmi’, preghiere ispirate da Dio e che permettono una più vicina e profonda connessione con il Signore: “In preparazione al prossimo Giubileo, ho invitato a dedicare l’anno 2024 a una grande sinfonia di preghiera, con la catechesi di oggi vorrei ricordare che la Chiesa possiede già una grande sinfonia di preghiera, il cui compositore è lo Spirito Santo, ed è il Libro dei Salmi. Sono i canti che lo Spirito stesso ha messo sulle labbra della sposa, sua Chiesa. Tutti i libri della Bibbia sono spiegati dal Paracleto, ma quello dei Salmi lo è anche nel senso che è pieno di affetto poetico”.

Il Pontefice ha spiegato come questa particolare parte della Bibbia sia importante anche per il Nuovo Testamento, facendo partecipi i pellegrini accorsi in Piazza San Pietro di una piccola confessione: “I Salmi hanno avuto un posto privilegiato nel Nuovo Testamento. Infatti vi sono ancora edizioni che contengono insieme entrambi. Io, sulla mia scrivania, ho un’edizione in ucraino che mi hanno inviato di questo tipo, appartenuta a un soldato morto in guerra. Lui pregava al fronte, con questo libro”.

Preghiere da contestualizzare

Libro che, però, deve essere contestualizzato: “Non tutti i salmi e non tutto di ogni salmo può essere ripetuto e fatto proprio dai cristiani e ancora meno dall’uomo moderno. Vi sono in esso vari movimenti, vari generi di preghiera, lode/ringraziamento, supplica/lamento, riflessione sapienziale, e altri sia nella forma personale sia in quella corale di tutto il popolo. Essi riflettono una situazione storica e una mentalità religiosa che non sono più le nostre. Questo non significa che non siano ispirati, ma che, per certi aspetti, sono legati a un tempo e uno stadio provvisorio della rivelazione, come lo è anche della legislazione antica”.

L’importanza di una parte della Bibbia che il Vescovo di Roma ricorda essere stata “la preghiera di Gesù, di Maria, degli Apostoli e di tutte le generazioni di cristiani che ci hanno preceduto”. Proprio Cristo, ha spiegato il Pontefice, “secondo la Lettera agli Ebrei, entra nel mondo con nel cuore il versetto di un salmo: ‘ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà’, e lascia il mondo, secondo il Vangelo di Luca, con un altro versetto sulle labbra: ‘Padre nelle tue mani consegno il mio spirito’. Un elemento di comunione e di un’unione che li rende “un elemento fisso nella celebrazione della messa e della liturgia delle ore”.

Il Santo Padre, poi, si è rivolto ai fedeli chiedendo loro: “Voi pregate con i salmi qualche volta? Quando siete tristi per aver peccato, pregate il salmo 50? Ci sono tanti salmi che ci aiutano ad andare avanti. Prendete l’abitudine di pregare con i salmi, vi assicuro che sarete felici alla fine”. Una preghiera che non può far vivere solo nell’eredità del passato ma che deve diventare “la nostra preghiera”.
“I salmi” – ha aggiunto Bergoglio – “sono preghiere adatte a tutte le stagioni. A differenza delle altre preghiere, non perdono di efficacia a forza di essere ripetuti, anzi, l’accrescono perché ispirati da Dio”.

Una fonte di speranza

Una funzione, quella di questi inni, che “ci permettono di non impoverire le nostre preghiere, riducendole solo a richieste, a un continuo ‘dammi/dacci’. Impariamo dal Padre nostro che, prima di chiedere il pane quotidiano, dice ‘sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà’. I salmi ci aiutano ad aprirci a una preghiera meno centrata su noi stessi e aiutano a farci voce di tutto il creato coinvolgendolo nella nostra lode”.

Canti sacri, per Papa Francesco, che “lo Spirito Santo ha regalato alla sua Chiesa, sposa” per far sì che possa “pregare il suo sposo divino”, con la speranza, nelle parole del Successore di Pietro, che la terza persona della Trinità “ci aiuti a farle risuonare nella chiesa di oggi, e fare di questo anno preparatorio al Giubileo, una vera sinfonia di preghiera”.

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