Dalla guerra in Ucraina all’ingresso della Moldavia nell’Unione Europea, i temi affrontati dal presidente Mattarella e dalla presidente della Moldavia Maia Sandu nel corso della conferenza stampa al termine del colloquio privato a Chisnau ieri sono stati estremamente importanti. Le parole del Capo di Stato non hanno lasciato dubbi al posizionamento internazionale dell’Italia: supporto all’Ucraina e all’adesione moldava al blocco occidentale, entrambe in chiave ovviamente antirussa.
Guerra in Ucraina
“A poche centinaia di chilometri da qui – ha affermato il capo di Stato a Chisnau, capitale della Moldavia -infuria la brutale guerra di aggressione scatenata dalla Federazione Russa. Il recente Vertice G7 ospitato dall’Italia ha confermato come la nostra volontà di assistere l’Ucraina non avrà cedimenti e proseguirà fino a quando necessario”.
Per questo, continua il Presidente della Repubblica, è fondamentale per l’UE non solo andare avanti sul piano dell’unione finanziaria, ma anche “è indispensabile dar vita realmente, finalmente, a una politica estera comune e di difesa comune, sollecitata particolarmente oggi per l’aggressività della federazione russa ma che è sempre stata un’esigenza forte per l’Unione. Adesso è moltiplicata nella sua necessità e urgenza ed è all’ordine del giorno finalmente, ma queste dimensioni sono affidate ai vertici che saranno formati nelle prossime settimane e mesi”.
Come la conferenza di pace convocata dalla Confederazione Svizzera, continua il Capo dello Stato, che è stata “un’occasione che significativamente ha raccolto tanti paesi. Al di là di alcune mancate firme al documento finale, che è stato ampiamente condiviso dai presenti, è stata una indicazione importante perché quel documento indica alcuni principi che sono poi elementari, stanno alla base delle carte dell’Onu: l’integrità territoriale e il rifiuto della comunità internazionale di modificarli con la violenza delle armi”. “Naturalmente, sottolinea, nessuno immaginava che potesse essere risolutivo, ma è stato un gesto importante”.
Si tratta di continuare su questa linea “per spingere, sollecitare e far comprendere alla Federazione russa responsabile di aver infranto la pace, di aver iniziato la guerra di aggressione, che occorre trovare un termine a questa condizione, che rispetti il diritto interazionale e che riaffermi che nella comunità internazionale si vive rispettandosi, non pretendendo di sottomettere gli altri, eventualmente anche con la forza. Seguiranno certamente altre iniziative, saranno sempre passi di avvicinamento, mi auguro che si possano svolgere in maniera sollecita”.
Ingresso della Moldavia nell’UE
In questo quadro, in nome della democrazia e della pace, rientra certamente anche il destino della Moldavia, paese di frontiera schiacciato tra l’UE e la Russia: “L’Italia sostiene con convinzione il percorso di adesione della Moldova all’Unione Europea e ho confermato il nostro apprezzamento alle riforme che la Moldova ha conseguito. L’Italia continuerà a stare a fianco della Moldavia nel suo cammino di avvicinamento all’Unione Europea”, ha affermato il Presidente della Repubblica.
Una posizione estremamente apprezzata dalla presidente della Moldavia Sandu, che ha intrapreso iniziative concrete non solo per blindare il percorso l’adesione all’UE inserendolo nella Costituzione del paese, ma anche per risolvere il problema della corruzione, da combattere anche attraverso la riforma della magistratura, per restituire integrità ai giudici.
“La premessa comune – ha ribadito Mattarella – è la democrazia che va tutelata e promossa. Siamo vicini per questo alla Moldavia nel processo di ingresso in Ue.” Aggiungendo tuttavia che il sostegno dell’Italia non è da leggere esclusivamente in chiave geopolitica antirussa: “La forte convinzione italiana in tal senso non è conseguenza della guerra in Ucraina ma è precedente perché per storia e cultura e visione la Moldavia è Europa. È una buona notizia l’apertura imminente dei negoziati con l’Ue. Siamo stati colpiti dalla generosità del popolo moldavo nell’accogliere i profughi dall’Ucraina”.
Disinformazione russa
L’altro problema del paese, ha spiegato Sandu, è l’aggressività della Russia – di cui la Moldavia, ex paese sovietico, ha ancora vivo il ricordo – questione che spera di risolvere proprio con l’ingresso in Europa: “Non vogliamo vivere in un Paese in cui i bambini vengono messi in carcere per aver criticato il governo. Vogliamo vivere in libertà nello spazio europeo e siamo pronti a ogni sforzo”.
Primo fra tutti, combattere la disinformazione, ha detto Sandu, facendo allusione a possibili interferenze russe nelle elezioni previste il 20 nel paese e appellandosi alla solidarietà dei paesi occidentali affinché “il nostro spazio informativo non sia attaccabile dal Cremlino e vogliamo che questi sforzi siano fatti anche dai nostri partner. È vero che la Moldavia è più vulnerabile ma con il sostegno dell’Europa combattiamo in maniera efficace queste ingerenze, consolidiamo la nostra democrazia e riusciamo a svolgere elezioni democratiche”. “Il Cremlino – ha continuato la presidente moldava – desidera che la Moldavia resti in una zona grigia, i cittadini moldavi desiderano far parte del mondo libero dentro la grande famiglia europea, i cittadini moldavi hanno il diritto di costruirsi il presente e il futuro, ma il Cremlino cerca di diminuire i nostri sforzi per il consolidamento delle istituzioni e dei processi democratici: si utilizza il riciclaggio di denaro per azioni di destabilizzazione, vogliono avere un ruolo determinante nelle elezioni e che vengano elette forze che sostengono il Cremlino”.
Mattarella ha accolto la denuncia di Sandu per ricordare come il problema della disinformazione russa sia pressante anche in Italia, da anni e a maggior ragione dall’invasione dell’Ucraina. Il Presidente ha parlato di “una diffusa tempesta di disinformazione, di fake news, di falsità per screditare e destabilizzare anche nel nostro paese”. Se dunque la disinformazione non è una sorpresa per il Presidente, il suo monito è invece quantomai secco ed è un vero e proprio appello alle istituzioni internazionali a non considerare questo un normale corollario dei conflitti in corso: “sono forme di ostilitàinaccettabili che richiederanno sollecitamente regole di comportamento per il rispetto degli altri Paesi”. E ha auspicato che la campagna di disinformazione russa venga ”affrontata in sede Ue e in sede Nato”.