lunedì, 25 Novembre, 2024
Ambiente

Coldiretti: la siccità ‘brucia’ 33mila posti di lavoro al Sud

La giornata della desertificazione

Celebrata il 17 giugno, la giornata della “desertificazione” è stata occasione per la Coldiretti di aggiornare i dati già negativi dello scorso anno.

“La siccità ha bruciato 33mila posti di lavoro nei campi del Sud, tra Sicilia e Puglia, con il caldo record e la mancanza di pioggia che hanno impedito le principali operazioni colturali”, calcola la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’occupazione nel primo trimestre del 2024 che evidenzia come i cambiamenti climatici, siano una grave minaccia per tutto i settore agroalimentare.

La crisi del Sud

Non a caso la quasi totalità dei posti in meno registrati complessivamente nel settore agricolo tra gennaio e marzo riguarda le campagne del Sud Italia (al Nord i lavoratori aumentano, al Centro calano di un migliaio) ancora oggi in piena emergenza idrica. “L’assenza di precipitazioni e le carenze delle infrastrutture che dovrebbero garantire alle aziende l’acqua necessaria ha di fatto bloccato i lavori nelle campagne meridionali, a partire da quelli necessari per la predisposizione dei terreni”, secondo il monitoraggio della Coldiretti, “con molte aziende agricole che hanno dovuto rinunciare alle assunzioni, costrette anche dall’esplosione dei costi, dalle bollette idriche ai foraggi necessari per l’alimenta è nelle zone più colpite da una siccità che non sta lasciando scampo a decine di aziende”.

Il crollo del grano

La situazione nelle campagne del Sud è il simbolo di come la desertificazione sia diventata una minaccia per l’agricoltura nazionale. “Dalla Sicilia alla Puglia, dalla Basilicata alla Sardegna, si moltiplicano i danni legati alla mancanza di pioggia”, evidenzia la Confederazione, “che sta praticamente azzerando i raccolti a partire dal grano, dove si stimano cali fino al 70%, campi di foraggi e ed erba medica letteralmente bruciati, coltivazioni di frutta e ortaggi in difficoltà e nubi persino sulla vendemmia e sul raccolto delle olive, secondo il monitoraggio della Coldiretti, mentre nelle stalle continuano a morire gli animali”.

La protesta in Sardegna

Ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici ci sono le carenze infrastrutturali, divenute ormai croniche, denuncia Coldiretti, con reti colabrodo che disperdono anche la poca acqua disponibile. “Una situazione contro la quale sono scesi oggi in piazza gli agricoltori della Sardegna”, ricorda la Confederazione, “con una grande mobilitazione con centinaia di trattori e di agricoltori in due cortei da Nord a Sud dell’isola, in particolare tra Sarrabus, Sud Sardegna, Ogliastra, Baronia e Gallura, le zone più colpite da una siccità che non sta lasciando scampo a decine di aziende”.

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